patto-di-stabilit-and-agrave-ai-comuni-un-tesoretto-da-200-milioni

Un tesoretto di circa 200 milioni di euro arriverà nelle casse dei comuni sardi entro settembre, una boccata d'ossigeno per scongiurare già dal prossimo autunno la bancarotta degli enti locali dell'Isola, stritolati dai tagli ai trasferimenti e dai vincoli del Patto di stabilità. Il via libera sofferto all'accordo con la Regione, figlio dell'intesa sull'allentamento del Patto firmato recentemente a Roma tra la Sardegna o lo Stato, è arrivato all'unanimità dai sindaci riuniti oggi ad Abbasanta dall'Anci e dal Cal (Consiglio autonomie locali).
Un'operazione che dovrebbe incassare senza sussulti anche l'ok della stessa Regione, presente all'assemblea con l'assessore al Bilancio Raffaele Paci. "E' un accordo importante per superare l'emergenza", ha infatti sottolineato l'esponente della Giunta Pigliaru. Il tesoretto permetterà ai sindaci isolani di continuare a garantire, pur tra mille difficoltà, almeno i servizi essenziali. In dettaglio, i Comuni riceveranno 60 milioni di euro per i cosiddetti "spazi finanziari" destinati a superare i vincoli del Patto di stabilità, 40 milioni per il Fondo unico, 60 milioni a titolo di pagamento dei crediti vantati per le opere delegate e altri 45 milioni – che potrebbero scendere a 35 – a titolo di parziale ripristino dei 55 milioni di accise che la Regione nel 2013 aveva incamerato nel Fondo unico lasciandone però invariato l'ammontare complessivo.
All'interno di questo accordo, ciascun Comune potrà poi avere un trattamento personalizzato. Chi ha soldi in cassa, potrà chiedere e ottenere meno risorse a titolo di Fondo unico e maggiori sul capitolo "spazio finanziario", cioè possibilità di spendere il denaro fermo in in cassa per via del Patto di stabilità o viceversa. Soddisfatti, anche se consapevoli di non aver ottenuto tutto, il presidente dell'Anci Piersandro Scano e quello del Cal Giuseppe Casti. Al tesoretto messo a disposizione dalla Regione mancano comunque i 60 milioni che lo Stato aveva garantito nel 2013 e che quest'anno non ci sono perchè qualcuno, a Cagliari, si è dimenticato di chiederli entro la scadenza dello scorso 15 marzo. Scano non ha accusato nessuno, ma lo ha definito "un fatto gravissimo, anzi inaudito". E il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, è andato oltre, chiedendo in sostanza la rimozione dei dirigenti che nell'interregno tra la Giunta Cappellacci e la Giunta Pigliaru si sono "scordati" della questione.