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“I padri taglino le teste ai figli che assumono stupefacenti (…), il cancro è lì nelle famiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare».

Le pesantissime dichiarazioni di Antonio Reppucci hanno scatenato forti polemiche provocando le forti reazioni non solo del Governo, che lo ha rimosso dal suo incarico di Prefetto di Perugia, ma anche del mondo della politica e del web che non hanno risparmiato parole di condanna per le infelici esternazioni.

Maria e Paola (utilizzeremo dei nomi di fantasia per proteggerne l’identità e la privacy) sono due donne del Sulcis, madre e figlia ex tossicodipendente. Abbiamo chiesto loro cosa pensano delle parole di Reppucci.

Maria (madre), cosa pensa delle dichiarazioni del prefetto di Perugia che ha dichiarato che un genitore dovrebbe suicidarsi se non è in grado di accorgersi che il figlio si droga?

Credo sia stato molto offensivo nei confronti di chi come noi ha dovuto vivere e subire incolpevolmente questa situazione. Situazione che non auguro a nessuno, tanto meno a lui anche se probabilmente se avesse provato cosa significa essere genitori di un tossicodipendente, non avrebbe mai pronunciato certe parole. Su una cosa però può aver ragione: è vero che le madri pensano sempre che alla propria famiglia certe cose non possano accadere e spesso non si è abbastanza obbiettivi e sereni nel valutare i comportamenti dei propri figli.

Quando ha scoperto che sua figlia faceva uso di droghe?

Mi sono accorta che qualcosa non andava dopo il suo 19esimo compleanno: non era più la stessa, era sempre nervosa, litigavamo spesso e poi chiedeva continuamente soldi. Ma credevo che questi comportamenti dipendessero dall'età, da altri fattori, finché un giorno fu coinvolta in una retata e le furono rinvenute addosso alcune dosi di droga che da subito ha dichiarato essere per uso personale. Da quel momento in famiglia ci cadde il mondo addosso. Non riuscivamo a capacitarci che proprio nostra figlia fosse coinvolta in questo genere di cose.

Perché non vi siete accorti prima?

Non ne ho idea, ci abbiamo riflettuto molto ed effettivamente ci siamo sentiti sconfitti nella nostra missione di genitori. Eppure a nostra figlia non abbiamo fatto mancare mai niente. La nostra è una piccola città dove si viene a sapere sempre tutto di tutti e non abbiamo mai sospettato nulla sulle sue frequentazioni.

Ora sua figlia ha smesso grazie anche al vostro aiuto

Per fortuna sì, ma ci è voluto tutto il nostro impegno per aiutarla in un percorso di amore e di cure che non è stato affatto facile. Purtroppo è dovuta andare via, lontano dal Sulcis, e per adesso l'unico modo per tenerla lontana da certe frequentazioni e rischi del passato è quello di stare altrove.

Paola (figlia), come e quando hai iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti?

Alle superiori fumavano spinelli praticamente tutti e vuoi per gioco o per stare in gruppo, ho iniziato anche io. Lo spinello è una pratica molto più diffusa tra i giovani di quello che si crede e ho sempre pensato che fosse meno nocivo di una sigaretta. Quando sono diventata maggiorenne, ho iniziato a frequentare assiduamente locali e discoteche e li ho provato la cocaina. La cocaina è una droga infida: la consumano in tantissimi, la trovi ovunque e inizialmente quando la utilizzi non hai effetti collaterali evidenti e sei convinta di poter smettere quando vuoi, ma non è così. Ero arrivata al punto che senza sniffare non mi divertivo più, mi sentivo apatica, svogliata e incapace anche di intrattenere una relazione sociale. Non esistevo più come donna e come persona.

Provieni da una famiglia benestante che ti ha sempre sostenuto, per quale ragione sei entrata in questo tunnel?

La famiglia non c'entra, la maggior parte delle persone che frequentavo proveniva da famiglie perbene o senza particolari problematiche al loro interno. Ed è un luogo comune molto utilizzato che dietro a ogni tossicodipendente ci sia una storia drammatica di disagio. In realtà si inizia per gioco, per provare nuove sensazioni e per svagarsi. Solo che dopo si diventa dipendenti e non ci si diverte più. Da quel punto inizia il dramma, si vive per e con la droga e si perde la propria dignità di essere umano.

L'utilizzo di cocaina ha un costo elevato, come riuscivi a sostenere queste spese?

Quando sei dipendente da quella sostanza sei disposta a tutto, preferirei non parlarne.

Come sei riuscita a smettere?

Il sostegno della mia famiglia unito a quello terapeutico è stato fondamentale, ma soprattutto ho dovuto interrompere radicalmente i rapporti con le mie vecchie frequentazioni e sono dovuta andare via dalla mia città. Spesso la droga fa parte di un rito, di una frequentazione e di un modo di vivere. Ma si dice anche che chi è stato tossicodipendente, anche se smette, rischia sempre di tornare a esserlo nel corso della vita. Per questo è meglio cambiare aria. Ma a prescindere da questo, sono comunque convinta di aver vinto la guerra contro la droga e di aver smesso per sempre, è stato un errore di gioventù al quale ho rimediato.

Cosa vorresti dire ai giovani che si fanno sedurre dalle droghe?

Che non vale la pena, lo “sballo” é un divertimento artificiale e momentaneo che prima o poi svanisce e lascia solo tanto dolore, a se stessi e alla propria famiglia.