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Eu non voto" è il nome della campagna promossa dal comitato che chiede ai sardi di non partecipare alle elezioni per Strasburgo e Bruxelles: eu in sardo significa "io" ma è evidente anche il riferimento all'Europa.

"Per ragioni strettamente numeriche – ha detto Alessandro Polese, uno dei protagonisti dell'iniziativa – sappiamo che gli otto seggi a disposizione del collegio saranno appannaggio della Sicilia. Gli ultimi rappresentanti sardi sono entrati in Parlamento solo per le defezioni. Se il voto non ha effetto è inutile andare al seggio. Non andare a votare? Giusto finché la legge, che ricordiamo è del 1979, non sarà cambiata".

   Percentuali al contrario da raggiungere: il 20 per cento di votanti viene indicato come un grosso successo. Ma anche una percentuale sotto il 40 per cento sarebbe considerato un bel risultato. Il passaggio successivo, spiegano i promotori, è propositivo: "Intendiamo convincere gli elettori – ha continuato Polese – a firmare per presentare un disegni di legge per cambiare la norma del 1979. Il numero dei seggi per l'isola? Vedremo. L'importante per ora è il 'disaccorpamento' con la Sicilia".

Inutile farsi illusioni, spiega il comitato: "I sardi voteranno i sardi – avverte Antonello Zappadu, fotografo e componente di 'Eu non voto'- e i siciliani voteranno i siciliani. Andando in giro per il mondo ho cominciato a protestare quando ho scoperto che, ad esempio la Martinica, nelle Antille, ma dipartimento francese d'oltremare, ha un rappresentante al parlamento europeo".  

Un'iniziativa costruttiva, spiegano i promotori: "È una scelta motivata – ha precisato Ivan Botticini – rifiutiamo l'etichetta di comitato senza interesse civico: è esattamente l'opposto". Europa comunque importante: "L'Ue – ha concluso Polese – con rappresentanti sardi è fondamentale per incidere nelle politiche che riguardano direttamente l'isola".