La separazione aggrava fino a quattro volte l'emergenza abitativa, costringendo gli ex coniugi a tornare a casa dai genitori o essere ospitati da amici. Anche il ricorso ai dormitori aumenta fortemente dopo la rottura di un legame di coppia, passando dal 1,5% al 18,3%. Emerge da un'anticipazione all'ANSA del Rapporto 2014 sulla povertà in Italia della Caritas Italiana che sarà presentato lunedì 31 marzo a Quartu Sant'Elena nel corso del 37/mo convegno nazionale delle Caritas diocesane.
I dati resi noti dalla Caritas sono il risultato della prima indagine nazionale sulla condizione di vita dei genitori separati realizzata attraverso 466 interviste di persone che hanno fatto ricorso a centri di ascolto (36,9%), ai consultori familiari (33,5%), ai servizi di accoglienza (18,5%) e alle mense (8,2%) della rete Caritas.
Per quasi un genitore su due (46,1%) si rileva un forte disagio occupazionale, ed è infatti in cerca di un'occupazione.
Dopo la separazione, diminuisce notevolmente la percentuale di coloro che vivono in abitazioni di proprietà o in affitto. Al contrario aumentano vistosamente le situazioni di precarietà abitativa: cresce il numero di persone che vive in coabitazione con familiari ed amici (dal 4,8% al 19%), che ricorrono a strutture di accoglienza o dormitori (dall'1,5% al 18,3%), che vive in alloggi impropri (dallo 0,7% al 5,2%).
L'indagine conferma che il 66,1% degli intervistati dichiara di non riuscire a provvedere all'acquisto di beni di prima necessità (prima della separazione riguardava solo il 23,7%); tra gli utenti Caritas tale percentuale sale all'8,1%. Altre conseguenze della separazione: aumenta il ricorso ai servizi socio-assistenziali del territorio come anche la crescita di disturbi psicosomatici (66,7% accusa un più alto numero di sintomi rispetto alla pre-separazione. Inoltre, la separazione incide negativamente nel rapporto padri-figli: il 68% dei padri (46,3% delle donne) intervistati riconosce un cambiamento importante a seguito della separazione; tra i padri che riconoscono un cambiamento il 58,2% denuncia un peggioramento nella qualità dei rapporti (le madri al contrario riconoscono per lo più un miglioramento).