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È polemica tra Michela Murgia e Ugo Cappellacci sulla soluzione trovata dalla Regione sull'indebitamento milionario delle aziende agricole (legge 44 del 1989, poi bocciata dall'Unione Europea). Messo da parte il fioretto, durante il confronto tra quattro candidati governatori – oltre a Murgia e Cappellacci, presenti anche Mauro Pili e Francesco Pigliaru – alle regionali del 16 febbraio organizzato da Coldiretti, Murgia ha attaccato il presidente uscente sulle circa quattromila lettere inviate in questi giorni ad altrettanti agricoltori per annunciare l'estinzione del debito e la conversione dello stesso in De minimis.

"Non è proprio così – ha detto la scrittrice di Cabras candidata con Sardegna Possibile -. È vero che l'Europa ha accettato conversione in De minimis, ma l'accordo non è stato siglato. Alcune aziende hanno già superato il tetto previsto per questo tipo di contributo (15 mila euro in tre anni) e la Commissione non sarà contenta di queste lettere". Secondo la Murgia, "alla verifica pratica di questo tetto, alcune aziende dovranno restituire diverse quote".

Secca la replica di Cappellacci: "In Europa possono aversela a male quanto vogliono, ma la strada è stata certificata con l'Europa con una previsione di retroattività che va oltre quei limiti ricordati. Credo che la partita sia risolta e quelle lettere – ha concluso il candidato del centrodestra – sono coerenti con questo percorso, che è stato concordato con Coldiretti".

Accesso al credito, trasporti e rilancio delle filiere del settore. Sono questi gli argomenti toccati dal presidente uscente e candidato governatore del centrodestra, Ugo Cappellacci, dalla scrittrice Michela Murgia (Sardegna Possibile), dal leader di Unidos e della coalizione del Popolo Sardo, Muro Pili, e dal candidato del centrosinistra, Francesco Pigliaru, durante il confronto organizzato a Cagliari dal Coldiretti Sardegna, dal titolo, "Made in Sardinia? Prendere o lasciare".
Secondo Cappellacci, per ripartire serve dare accesso al credito, "e portare subito all'attenzione del Consiglio regionale la riforma delle agenzie agricole". Per il presidente uscente occorre puntare sul microcredito e operare con le banche attuali perchè aiutino le imprese e sostengano soprattutto quelle in difficoltà. Poi c'è da rilanciare la filiera del prodotto sardo, "che non può essere definito tale se una parte sfiora il territorio extraregionale". Su cosa concentrare le risorse? "Carni, formaggi, vino, olio e grano".
Murgia ha sostenuto che "le aziende chiedono assistenza e servizi e non solo denaro e fin quando non avremo una banca sarda seria, aiutarci tra noi è una mossa intelligente. Le guerre del futuro si faranno per la roba da mangiare e da bere – ha spiegato – Occorre mettere le aziende sarde nelle condizioni di rispondere prioritariamente al mercato sardo, mentre oggi la Regione è matrigna sull'agricoltura. Si parla di sburocratiozzazione? Ma chi ha governato sino ad oggi cosa ha fatto?".
"La strategia è abbattere la dipendenza dalle produzioni agroalimentari che arrivano da fuori – ha osservato Pili – ma la pentola è bucata, con un sistema bancario sardo ed Equitalia che remano contro". Secondo il leader di Unidos, "le filiere del consumo e del commercio vanno indirizzate", i consorzi di bonifica "devono essere restituiti agli agricoltori" e occorre rivedere il sistema delle autorizzazioni nei diversi procedimenti amministrativi.
Pigliaru, invece, vede una via d'uscita nell'export ai mercati esteri puntando alla vendita dei prodotti ai turisti in una "multifunzionalità organizzata". Il candidato del centrosinistra propone una nuova specializzazione del credito agricolo e annuncia "strumenti per valutare gli investimenti".
Infine "è urgente stare nei tavoli in cui stanno negoziando i primi pilastri della Pac e soprattutto bisogna fare delle scelte".