"Hanno imbrogliato il Sulcis, lo hanno fatto diventare la provincia più povera d'Italia e hanno anche la faccia tosta di andare a chiedere voti. Cappellacci e Pigliaru parlano del Piano Sulcis come se fosse una cosa seria, in realtà non esiste un euro stanziato, non esiste un'opera avviata, tutte le fabbriche sono chiuse per la sudditanza di destra e sinistra verso l'Enel e i faccendieri di turno. Una vergogna senza precedenti". Lo dichiara Mauro Pili, candidato di Unidos alla presidenza della Regione.
"Nessuno di loro ha mosso un dito per evitare questo disastro – prosegue il deputato iglesiente – e in realtà hanno pensato a impiantare pale eoliche e far chiudere le fabbriche. Da un anno diecimila lavoratori in mobilità in deroga non prendono un euro e sono costretti alla povertà per l'incapacità di una giunta regionale totalmente fallimentare sulle politiche industriali e quelle del lavoro. Affermare che si è lottato per il Sulcis è semplicemente ridicolo, proprio perché i risultati sono davanti agli occhi di tutti: chiusa l'Eurallumina, chiusa l'Alcoa, chiusa l'Ila, chiuse decine di imprese. Hanno solo perso tempo con riunioni su riunioni solo per ingannare i lavoratori. Presentarsi nel Sulcis a chiedere voti – afferma ancora Pili – è offensivo proprio per quei drammi umani che le politiche fallimentari di Stato e Regione hanno provocato. Affermare che il piano Sulcis dispone di 600 milioni di euro significa mentire spudoratamente con la piena consapevolezza di farlo. Non esiste una sola opera avviata, non esiste un solo progetto, non esiste nessuno stanziamento esecutivo, non esiste nessuna fiscalità di vantaggio. Tutte balle elettorali alle quali i lavoratori e le famiglie del Sulcis sono abituati e alle quali non crederanno. Affermare il falso come hanno fatto il duo Cappellacci-Pigliaru significa umiliare un territorio messo in ginocchio proprio da dieci anni vergognosi di governo di centrosinistra e centrodestra che hanno provocato in Sardegna 80 mila nuovi disoccupati", conclude Pili.