Coda di proteste dopo la manifestazione di questa mattina davanti alla Prefettura degli immigrati ospiti del Centro di prima accoglienza di Elmas. Una trentina di loro hanno raggiunto altri immigrati, che avevano trascorso la notte davanti al Municipio, per dar vita ad un presidio nell'intersezione delle principali strade cittadine, fra cui via Roma.
Accovacciati per terra gli immigrati, le cui situazioni personali sono le più diverse, hanno rallentato il traffico delle auto, chiedendo la possibilità di ottenere lo status di rifugiati, il permesso di soggiorno, e per chi ha già avuto questi documenti di poter accedere ad un alloggio perché non più ospiti del Cpa.
Ma potrebbe non esserci il riconoscimento dello status di rifugiati e neppure il permesso di soggiorno. "Lo status di rifugiati non viene dato a tutti in maniera indistinta ma solo a quelli che dimostrano di avere avuto una situazione di personale persecuzione, o arrivano in Italia da Paesi in cui le condizioni di vita sono a rischio, definiti in tal modo dal Ministero dell'Interno – ha spiegato il prefetto, Alessio Giuffrida, al termine dell'incontro con una delegazione sindacale e dei giovani immigrati – mentre, infatti, per alcuni Paesi come per la Siria o l'Eritrea, che rientrano in questa casistica, lo status può esser riconosciuto, per gli altri occorre verificare se esistano le condizioni. Le valutazioni sono effettuate da una Sezione sarda della Commissione (ve ne sono 10 in Italia) che fa capo a Roma e di cui fa parte anche un delegato dell'Unhcr (Comitato Onu per i rifugiati) e della Croce Rossa".
Nel frattempo la Prefettura riferirà delle richieste ai Ministeri dell'Interno e dell'Integrazione e chiederà di approfondire il livello di rischio in Gambia e Nigeria. Attualmente su circa 320 ospiti del centro di Elmas, una settantina arrivano proprio dal Gambia. Giuffrida ha anche dichiarato che entro la fine del 2014 chiuderà il Centro di prima accoglienza di Elmas. Il Cpa è al centro di molte polemiche per la sua collocazione all'interno dell'aeroporto militare, lo stesso ministro Kyenge in occasione di una visita a Cagliari aveva auspicato il trasferimento in una sede più appropriata.
"La struttura aeroportuale non va bene – ha spiegato il prefetto – non tanto per le carenze di tipo igienico-sanitario e di vitto o alloggio ma proprio perchè inserita in una parte dedicata ad usi militari, che per altro a fine anno passerà completamente nelle mani della Sogear, la società di gestione dello scalo di Cagliari. Quindi questo centro – ha confermato Giuffrida – verrà sicuramente abbandonato e con la collaborazione degli enti locali, della Regione e dell'Agenzia del demanio stiamo già verificando altre alternative che potrebbero non essere a Cagliari o nel sud Sardegna".