finanziaria-di-prebende-e-paralisi-dell-and-rsquo-agenzia-del-lavoro-sel-contro-cappellacci

L'ultimo atto del governatore Cappellacci è una Finanziaria di prebende approvata in fretta e furia senza il consenso dell'opposizione". Lo sostiene il coordinatore regionale di Sel, Luca Pizzuto, ritenendo "grave un atto che compromette la possibilità, per chi vincerà le prossime elezioni, di programmare lo sviluppo della Sardegna, soprattutto se fatto in piena campagna elettorale".
"Lavoriamo e lavoreremo affinché questo – attacca Pizzuto – sia l'ultimo atto di questa destra al governo regionale che in cinque anni non ha risolto nulla e saluta la legislatura con una Finanziaria da assalto alla diligenza".

Sel va all'attacco di Cappellacci sulla vertenza dei 320 lavoratori precari dei servizi per l'impiego della Sardegna, puntando il dito contro quella che viene definita "assoluta irresponsabilità" del governatore uscente.

Il deputato Michele Piras sostiene che "la paralisi" dell'Agenzia è "colpa del presidente della Regione che, dopo aver impropriamente utilizzato le sedi di quella struttura per farsi campagna elettorale, a ben due settimane dalle dimissioni del direttore, non ha ancora provveduto a nominare il commissario, facendo pagare il prezzo della sua inerzia ai lavoratori e ai disoccupati".

Gli fa eco il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Daniele Cocco. "Il prezzo della campagna elettorale del presidente Cappellacci non può e non deve ricadere sui lavoratori e sui disoccupati – attacca – A due settimane dalle dimissioni del direttore generale dell'Agenzia del lavoro, non si è ancora provveduto a nominare il commissario. Privando di fatto la struttura di una figura dirigenziale e lasciando in sospeso atti urgenti, come denunciato anche dai sindacati Cgil, Cisl e Uil nei giorni scorsi: 320 lavoratori dei centri servizi di lavoro (Cesil e Csl) non hanno ricevuto lo stipendio di dicembre, mentre è a rischio anche la prima mensilità del 2014 per i dipendenti a tempo indeterminato".

"Non essendo presente in Agenzia alcuna figura dirigenziale, quindi abilitata ad apporre firme sugli atti – spiega Piras – 320 persone in carne ed ossa vengono letteralmente buttati in strada, nonostante l'approvazione della Legge 40 sia avvenuta ormai 17 giorni fa".