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Si è tolto la vita gettandosi dalla finestra dell'ospedale di Sassari, dov'era ricoverato, uno degli indagati dell'inchiesta, riaperta proprio pochi giorni fa, per risolvere uno dei 'cold case' più misteriosi degli ultimi vent'anni, l'omicidio di Alina Cossu, la studentessa di 20 anni massacrata e abbandonata nella scogliera di Abbacurrente nel 1988.

Ieri notte Fermo Banfi, 73 anni, l'ottico che aveva l'attività vicino al bar dove lavorava la giovane vittima, ha deciso di porre fine alla propria vita. Banfi si era sempre proclamato innocente e aveva anzi collegato l'aggravarsi delle sue condizioni di salute alla vicenda giudiziaria che lo aveva colpito.

La posizione degli indagati era stata archiviata. Nei giorni scorsi la Procura si è opposta all'archiviazione. La speranza degli inquirenti è quella di trovare con nuove indagini scientifiche nuove prove attraverso la riesumazione del cadavere di Alina Cossu.

E per giovedì prossimo, davanti al Gup del Tribunale di Sassari, è già stata fissata l'udienza nella quale il pm Gianni Caria esporrà le motivazioni per le quali ha chiesto la riapertura delle indagini sull'omicidio della giovane.