Crisi, burocrazia asfissiante, costo crescente dei materiali e del lavoro e compravendite ridotte al lumicino, sono i fattori che hanno sgretolato l’impresa edile della Sardegna. Ovvero nessuna azienda del “sistema casa” è stata risparmiata: costruttori, produttori, rivenditori di materiali e impiantisti.
È questo l’allarme di Sandro Paderi (neo Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna):“Dobbiamo salvare tutte le 20mila imprese edili della Sardegna che ancora reggono”.
I dati. Negli ultimi 12 mesi, in base ai dati Istat riportati dall’associazione di categoria, il comparto isolano ha perso 4mila addetti mentre dal 2008 sono andati in fumo oltre 19mila posti di lavoro. Nel 2012, per esempio a Cagliari, per una concessione edilizia ci sono voluti 252 giorni, con un gap rispetto alla media Ocse di 109 giornate. Ancora peggio per ottenere un permesso per nuove costruzioni: oltre 12 mesi di attesa (ISTAT e Istituto Tagliacarne). Nell’ultimo trimestre del 2012, giù anche le compravendite: il valore percentuale ha fatto registrare un -29,6%, riportando la dinamica di acquisti/vendite ai valori del 1985. Crollati anche il prezzo delle abitazioni: sempre nell’ultimo trimestre del 2012, si è registrato un -5,4% rispetto al 2011 (Agenzia del territorio). Cresciuti invece i costi di costruzione e ristrutturazione; ad aprile 2013, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, sono cresciuti mediamente del 0,4%. Tra varie voci di costo la mano d’opera è cresciuta del 0,9%, i materiali dello 0,1%, i trasporti dello 0,9% e il noleggio dell’1,5%. Impennata del costo degli impianti di riscaldamento (+4,9%), degli inerti (+0,8%), delle impermeabilizzazioni (+1,7%). Al contrario crollo dei metalli (-9,3%) (Dati Istat).
“In questi ultimi anni – afferma Sandro Paderi – in tanti si sono esercitati nel dare ricette per salvare l'edilizia della Sardegna ma, stando ai dati, di risultati se ne sono visti veramente pochi”. “Però il più importante obiettivo che dobbiamo avere – continua Paderi – è quello di salvare tutte le 19.885 imprese edili che stanno reggendo e che, con enormi sacrifici, hanno tenuto i 30mila addetti”.
La ricetta di Confartigianato. “Serve subito una terapia d'urto – riprende il Presidente degli edili – a base di semplificazioni e taglio della burocrazia, di sgravi fiscali concreti e di incentivi mirati, di pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni, di credito bancario. Soprattutto bisogna ridare serenità e potere d’acquisto alle famiglie, devastate dalle tasse”.