doppia-preferenza-affossata-col-voto-segreto-associazioni-delle-donne-and-ldquo-ignominia-and-rdquo

Affossata con il voto segreto la doppia preferenza di genere nella legge elettorale statutaria della Sardegna. Con 40 voti a favore e 34 contrari è passato l'emendamento proposto da Mario Diana (Sardegna è già domani) che ha ripristinato le modalità di espressione di voto della legge elettorale delle Regioni a statuto ordinario, facendo decadere tutti gli emendamenti e non dando così alcuna chance alla doppia preferenza di genere.

   Subito dopo l'approvazione, nuova bagarre in Aula e altra sospensione dei lavori. Il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, ha chiesto l'interruzione per avere la possibilità di aprire una "riflessione": "é accaduto – spiega – un fatto molto grave". "Vergognoso", gli ha fatto eco l'esponente del gruppo Misto Adriano Salis.

   "Si sta consumando il festival dell'ipocrisia da parte di tutti o quasi tutti – ha detto il capogruppo di Sardegna è già domani, Mario Diana, replicando al sardista Maninchedda che aveva definito 'gesto ignobile' la richiesta di voto segreto sulla doppia preferenza di genere – Non prendo lezioni da nessuno: ho avuto il coraggio di chiedere il voto segreto e nessuno mi ha fatto capire che sarei stato un pazzo a farlo. Credo che non servano riserve indiane per garantire la presenza  femminile", ha chiarito. Ma questa posizione ha provocato una frattura all'interno del gruppo: Efisio Arbau, vicecapogruppo, ha infatti annunciato l'intenzione di lasciare Sardegna è gia Domani proprio in polemica con Diana che lo avrebbe tenuto all'oscuro della decisione di chiedere il voto segreto. Questo potrebbe comportare lo scioglimento del gruppo per numero esiguo dei componenti.

   All'attacco, intanto, il coordinamento delle associazioni delle donne secondo il quale è stata consumata una "ignomia" che graverà su tutto il Consiglio regionale, una "brutta pagina nella storia dell'autonomia della Sardegna". Lo stesso coordinamento ha annunciato battaglia in tutte le sedi, compreso un ricorso contro la legge che viola il principio delle pari opportunità tra uomini e donne.

Un'occasione persa": così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci,  ha commentato l'esito negativo del voto. "Abbiamo il dovere di agire per promuovere la democrazia partecipata e rilanciare una meritocrazia che si fondi sull'effettiva parità di genere – sottolinea il governatore – nella consapevolezza che nella nostra società vi sono energie positive, espresse anche da tante donne che chiedono solo di essere messe in condizioni veramente paritarie anche nei percorsi politici".

   Rammarico è stato espresso anche dalla presidente dell'Assemblea Claudia Lombardo. "La doppia preferenza di genere non era tesa a garantire una rendita di posizione alle donne impegnate in politica, ma al contrario – spiega – per creare le stesse opportunità di accesso alle cariche elettive, oggi evidentemente negate. Purtroppo lo scetticismo sempre manifestato sulla possibilità che questa opportunità venisse recepita nella legge elettorale, non è stato smentito dai fatti. Ancora una volta, sul buon senso, ha prevalso l'istinto di sopravvivenza. Il ricorso al voto segreto – conclude la presidente – non fa altro che accentuare i motivi del rammarico".

   E le donne del Pdl non si accontentano di polemizzare. "Altro che quote 'rosa'! Oggi per la Sardegna è una giornata nera. Ma non finisce qui: chiederemo il referendum e raccoglieremo le firme", promettono Simona De Francisci (assessore alla Sanità), Rosanna Floris, Gabriella Greco, Lina Lunesu e Alessandra Zedda (assessore al Bilancio). "Si è persa un'occasione storica e si è fatto fare alla Sardegna un passo indietro di civiltà, di modernizzazione della politica"