Ed ecco l’accordo. Le primarie di coalizione , in vista delle prossime elezioni regionali, si terranno il prossimo 29 settembre (con le regole decise dalla direzione in accordo con i partiti alleati) e il congresso regionale entro il 30 ottobre. E' quanto è stato approvato oggi all'unanimità dall'assemblea del Pd riunita a Oristano.
Sulla scia delle buone notizie che arrivavano dai Comuni sede di ballottaggio, il partito ha ritrovato l'unità che sembrava perduta e ha votato all'unisono un ordine del giorno presentato all’ultimo momento dal segretario Silvio Lai che dà avvio immediato a una nuova fase programmatica. Il senatore e numero uno del Pd ha colto di sorpresa anche la presidente del partito, Valentina Sanna, che aveva appena illustrato all'assemblea le modalità di discussione e di voto sulle cinque mozioni in campo. Sanna ha comunque subito aperto il dibattito sulla proposta del segretario e il primo a prendere la parola è stato Renato Soru: sorprendendo tutti si è dichiarato d'accordo con Lai su tutta la linea.
Così, ritrovata l'unità, il resto è stato solo routine. Per dire sì alla proposta di Lai sui tempi di primarie e congresso, non è servito nemmeno l'appello nominale: accolta per acclamazione.
"Gli eventi di queste ore, il risultato positivo dei ballottaggi in tutta Italia, come ad Iglesias, richiamano il Pd ad una responsabilità di governo, ad una speranza che non si può tradire". Lai, ha commentato l'esito dei ballottaggi, dal palco dell'assemblea Pd che ha proposto la data delle primarie di coalizione per il 29 settembre.
Secondo il segretario regionale "resta l'amaro in bocca per Assemini dove, nonostante l'impegno di Pd e Sel e del candidato Luciano Casula si è generata una situazione modello Parma con il centrodestra che ha votato il candidato del Movimento 5 Stelle".
"Non possiamo non essere da subito alternativa ad un presidente della Regione che convoca sindaci e associazioni a Roma per una proposta fatta solo di bugie e di propaganda elettorale e non di fatti concreti che rilancino l'economia sarda – ha aggiunto Lai -. Dobbiamo impedire che i sardi siano ingannati e dobbiamo offrire loro una risposta alternativa, da subito. Per questo non possiamo dividere il Pd sulla data di convocazione di un congresso. Ora in Sardegna nessun capoluogo di provincia è più guidato dal centrodestra, mentre quattro anni fa oltre a Iglesias, aveva il comando di Olbia, Tempio, Oristano, Villacidro, Cagliari. Con il risultato di oggi ad Iglesias, un altro capoluogo di provincia passa dal centrodestra al centrosinistra, come negli ultimi quattro anni".
E in serata arriva la replica di Cappellacci, da parte del portavoce Alessandro Serra. "Il segretario regionale del partito democratico parla di bugie e propaganda? Forse si riferisce a chi nel 2009 negava la crisi e il risultato delle politiche fallimentari di un centrosinistra, il cui integralismo ipocrita ha causato danni irreparabili per anni".
"Allora i democratici descrivevano la Sardegna come una sorta di eldorado, dimostrando un distacco dalla realtà. E' difficile immaginare i protagonisti di tale stagione politica nel ruolo di alfieri del nuovo che avanza. Se il Pd considererà la zona franca una bufala anziché un'opportunità, renderà difficile ottenere il risultato. Sarebbe il caso – conclude Serra -, almeno sulle scelte strategiche che riguardano il futuro della Sardegna, evitare il gioco delle fazioni e unire le forze".