sciopero-all-unit-and-agrave-braccio-di-ferro-con-soru

"Non è con i soli tagli che si aggiustano i conti, ma con il rilancio. Su questo i giornalisti chiedono l’apertura di un confronto vero in mancanza del quale sono pronti a tutte le forme di lotta", così il Comitato di redazione de L'Unità nell'informare che da oggi inizierà lo sciopero dei giornalisti

Redattori e collaboratori incroceranno le braccia per lanciare un segnale all'azienda con la quale non riescono a dialogiare. "La redazione de l’Unità e la sua rappresentanza sindacale – spiegano in una nota – si sono viste presentare per due volte una bozza di piano industriale con drastici tagli. Non contestiamo l’esigenza, legittima e doverosa, di puntare a risanare i conti, ma così l’azienda finisce per mortificare il giornale, le sue professionalità e la sua storia".
 
"L'azienda continua a parlare di rilancio mentre agisce con un vero piano di dismissioni: oggi si arriva al colpo finale con la richiesta di una solidarietà al 50% e della chiusura di due cronache storiche come Firenze e Bologna, oltre alla riduzione a 20 pagine del quotidiano e si conferma il taglio della distribuzione in Sicilia, Sardegna e una parte della Calabria". Il ridimensionamento, inoltre, "rende ancora più drammatica la situazione dei collaboratori, molti dei quali attendono da mesi di essere pagati". 
 
"Siamo consapevoli delle difficoltà che vive l’editoria – concludono –  una crisi oggettiva che non ha visto un’azione adeguata e tempestiva di contrasto e di rilancio del prodotto da parte della proprietà composta da Renato Soru, da Maurizio Mian, Matteo Fago e con una partecipazione simbolica, ma politicamente significativa del Pd attraverso la società Eventitalia".
 
La replica. Sulla questione è intervenuto il Presidente e amministratore delegato, Fabrizio Meli: "Dispiace che il Cdr e i giornalisti reagiscano con queste parole al piano industriale proposto dall’azienda. Dispiace che un progetto realmente innovativo, che intende proiettare l’Unità ai vertici italiani in termini di innovazione e capacità di generare numeri e revenues, venga cosi banalmente descritto.
 
Certo, per ripartire sono necessari sacrifici. Ma forse disattenti, Cdr e giornalisti non sono consci della situazione socio-economica attuale ed evidentemente neppure dell’incredibile sforzo di Azionisti e Azienda per il rilancio del giornale".