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Un biglietto più caro del 100 per cento. Questo si trovano a pagare sempre più spesso pendolari e turisti quando salgono sulle vetture di Trenitalia

Con le biglietterie chiuse, e quelle automatiche, spesso le uniche presenti nelle piccole stazioni, fuori uso, i viaggiatori sono costretti a dover fare il biglietto direttamente a bordo del treno, pagando però un sovraprezzo di 5 euro. Un tagliando da 3,85 euro per una tratta breve, quella tipica di un pendolare, arriva così a costare 8,85 euro, con un rincaro di oltre il 100 per cento, appunto.

Poco importa ai controllori di Trenitalia se si è vittime di un disservizio, anzi se si prova a far valere le proprie ragioni, scatta immediata la minaccia: “O si paga il sovraprezzo o si paga una multa di oltre 200 euro”. Oltre il danno, la beffa.

Le lamentele sono numerose, da parte di chi viaggia abitualmente e spesso si trova in difficoltà a trovare un tagliando, prima di salire a bordo. Ma non meno grave è il danno che subiscono i turisti che, o inconsapevoli o non potendo fare altrimenti, fanno il biglietto direttamente sul treno pagando sempre un prezzo maggiorato.

Abbiamo verificato il disservizio. Partiti dalla stazione di Elmas diretti a Carbonia abbiamo trovato la biglietteria automatica non funzionante. Siamo saliti sul treno senza biglietto. Abbiamo provato a chiedere spiegazioni al Capotreno al momento del controllo del titolo di viaggio e chiesto che fosse verbalizzato il disservizio subito, ma senza successo.

Anche per noi, alla fine, l’unica risposta ricevuta dal personale Trenitalia è stata la minaccia di una multa, spropositata per un disorganizzazione di cui come utenti non si è responsabili.

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