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In una seduta straordinaria la Camera ha approvato la modifica dello Statuto Speciale della Sardegna per la riduzione del numero dei consiglieri dagli attuali 80 a 60. “È una vittoria che va ascritta soprattutto al Consiglio Regionale che aveva approvato un proprio provvedimento, nell’ottobre del 2011, prima che il governo nazionale intervenisse per definire i taglio del numero di consiglieri per tutte le regioni” ha commentato la presidente Claudia Lombardo.  

“Era doveroso – ha aggiunto la Presidente – che il Parlamento, in linea con la volontà espressa dall’Assemblea regionale, assicurasse la conclusione delle complesse procedure necessarie per approvare la  riforma. La modifica dell’articolo 16 dello Statuto Speciale della Sardegna, rappresenta un giusto punto di equilibrio tra la volontà di contenimento della spesa per il funzionamento dell’istituzione consiliare e la necessità di salvaguardare l’esigenza democratica di assicurare adeguati livelli di rappresentanza dei territori”.

Grande soddisfazione anche dal deputato dell’Idv Federico Palomba, vice presidente della commissione Giustizia alla Camera. “Ora – afferma Palomba – spetterà al Consiglio regionale legiferare per attuare le indicazioni sulla parità di genere e sulla rappresentanza di territori contenute nel provvedimento approvato oggi dal Parlamento. Se si abolirà il borbonico listino – conclude Palomba – potrà essere agevolmente garantita rappresentanza a tutti i territori della Sardegna attualmente rappresentati in Consiglio regionale e si farà finalmente in modo che tutti i consiglieri regionali della Sardegna siano eletti con il voto popolare”.

Positivo anche il commento del Presidente della Regione, Ugo Cappellacci: “L’approvazione della modifica statutaria che apre le porte alla riduzione del numero dei consiglieri regionali rappresenta un ulteriore passo in avanti verso quel cambiamento di cui la Sardegna è antesignana a livello nazionale”.

 Durissima reazione dell'esponente di Sardigna Libera, Claudia Zuncheddu: “I parlamentari italiani, compresi quelli eletti in Sardegna, hanno trovato in “zona cesarini” il tempo per ridurre il numero dei consiglieri regionali sardi, ma stranamente non hanno trovato il tempo per ridurre il numero dei deputati e dei senatori nel Parlamento italiano, ancor meno hanno trovato il tempo per ridurre i loro privilegi economici e di potere. Alcuni di loro: ex consiglieri ed ex presidenti della Ras, non trovarono il tempo per ridurre i propri privilegi nel corso del proprio mandato nel Consiglio e nella Giunta della Regione Autonoma della Sardegna. La “casta” ancora una volta, con giochi di prestigio riesce a tutelare i propri privilegi.

Noi abbiamo proposto una drastica riduzione degli costi reali dei consiglieri proponendo la riduzione del 50% degli stipendi, ma non del numero, difendendo con ciò il diritto democratico di rappresentanza di tutte le minoranze politiche e culturali, soprattutto quelle identitarie, che hanno contribuito a costruire la storia politica della democrazia e dell’Autonomia in Sardegna.

Questo è un attacco alla democrazia, mascherato demagogicamente con una riduzione irrilevante dei costi della politica”.

 La replica di Alessandro Serra, portavoce del Presidente Ugo Cappellacci:

La riduzione dei consiglieri è frutto di ben tre processi democratici: il voto del Consiglio regionale, il referendum e il passaggio parlamentare. L’on. Zuncheddu se ne faccia una ragione anziché polemizzare con il presidente Cappellacci, che non solo ha compiuto tagli rilevanti in tutti i campi indicati dalla consigliera, ma ha altresì rinunciato all’indennità di presidente della Giunta e all’auto blu. Prima di esprimere giudizi, la consigliera dovrebbe dimostrare di aver compiuto rinunce uguali o superiori a quelle del governatore.