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Operazione nelle campagne e nei boschi del cagliaritano per gli uomini della Lega per l’abolizione della caccia hanno disattivato migliaia lacci in nyilon e armature in metallo pronte alla cattura degli uccellini. Una quindicina di volontari della Lac (Lega per l’abolizione della caccia) ha condotto la sedicesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano che ha portato, nonostante giorni di tempo incerto, alla neutralizzazione di quasi 2 mila trappole “armate” per avifauna (latziteddus, esattamente 739 lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi e mille 123 lacci a terra), ben 32 trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali).  Neutralizzati anche più di 2 mila armature in metallo per il posizionamento di lacci.

La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e con il contributo del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, ha visto, la partecipazione di tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con l’obiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per aiutare la costante attività nel settore del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e delle altre Forze di polizia. Numerose le aree battute, decine di sentieri, nei boschi e nelle macchie mediterranee di Capoterra, Uta, Assemini, Santadi, in particolare nelle zone di Gutturu Mannu, S’Arcu de su Schisorgiu, Poggio dei Pini, Rio San Girolamo, Monte Arcosu.  

E’ stato liberato dalle trappole un tordo bottaccio, mentre sono stati rinvenuti numerosi piccoli uccelli privi di vita: due merli, una cincia mora e due tordi. Tutti i mezzi vietati per l’attività venatoria e gli esemplari di fauna morta recuperati dai volontari della Lac sono stati consegnati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale presso il comando Stazione di Capoterra quali corpi di reato. In alcune occasioni sono stati trovati sul posto bracconieri con cui vi sono stati scontri verbali ed è stato prontamente avvertito per le necessarie operazioni di identificazione il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.

Negli stessi giorni sono state svolte “visite” presso i mercati cagliaritani di San Benedetto e di via Quirra, per verificare la presenza di vendita abusiva di avifauna proveniente da attività illecite, fortunatamente senza alcun esito. Il bracconaggio è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” + circa duecento “occasionali” nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili dimensioni: basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio. 

Tuttavia fra i principali “fruitori” finali del bracconaggio sembrano proprio essere alcuni noti ristoranti del Cagliaritano nei confronti dei quali appaiono necessarie ispezioni senza preavviso da parte delle Forze dell’ordine.  Da non tralasciare il controllo, nel periodo delle festività natalizie, dei mercati pubblici. Andrea Cucini, Eduardo Quarta e Maurizio Gatto, coordinatori della campagna anti-bracconaggio della Lac, in proposito hanno dichiarato: “anche quest’anno siamo particolarmente soddisfatti dell’aiuto fornito a Corpo forestale e Carabinieri che  combattono il bracconaggio ogni giorno, ma siamo convinti della necessità di un impegno molto più incisivo nei confronti degli acquirenti e un deciso rafforzamento delle sanzioni: sequestri dei mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto comprese, ispezioni in ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti noi”.