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Francesca ha 34 anni e un’unica ragione di vita: Roberto. Abitano da soli nella provincia di Cagliari.

Tutti i giorni, al mattino, lei sveglia il suo uomo, lo aiuta ad alzarsi e lavarsi, lo veste e gli imbocca la colazione. Poi in auto lo accompagna in città per la terapia. E aspetta. Quando lui ha finito rientrano a casa e tutto è già pronto per il pranzo perché lei lo ha preparato d’anticipo all’alba. Nel pomeriggio Roberto riposa per un po’ mentre aspetta l’arrivo dell’incaricato per il servizio rieducativo. La sera cena, pulizie, e preparativi per la notte. Lei, dopo averlo messo a dormire, anche se esausta continua ad organizzare le sue giornate tra visite, controlli, lotte.

Lotte continue. Lotte con enti e governo per ottenere ciò che spetta di diritto. E sforzi disumani.

Nella naturalezza di tutti i gesti di Francesca, infatti, c’è la pesantezza di un corpo, il quintale di Roberto, invalido al 100% dopo un terribile incidente avvenuto sotto gli occhi della sua compagna.  Da quel momento, mentre lui è diventato un peso per tutti, un fardello da parcheggiare in un istituto secondo il parere di molti, lei si è rimboccata le maniche e lo preso con sé , da sola, senza amici, senza l’appoggio dei parenti, e ha continuato ad amarlo.

Così, questa giovane donna di nemmeno cinquanta chili, tutti i giorni carica sulle sue braccia il suo omone, a volte infuriato col mondo, e lo fa vivere con lei, gli dà la sua voce, gli presta le sue gambe, le sue braccia, e tutta la sua vita.

La nostra vita è una battaglia, alla solitudine, ai parcheggi che non troviamo, al mensile che non basta mai, ai fondi che ci sono stati tagliati, agli educatori poco formati. L’organizzazione del governo ora è un invito alla morte per noi. Non vogliamo essere commiserati ma Roberto può fare progressi, e non permetterò che venga privato di questa possibilità”. Francesca non vuole pietà e non chiede sconti per sé, ma tira fuori le unghie per i diritti del suo compagno.

Gli invisibili: così li chiama qualcuno. Sono quelle persone, nostri vicini di casa, con vite straordinarie che non fanno rumore. Persone per le quali ogni giornata è una scommessa da vincere, da soli.