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Solo nella Calabria il segretario nazionale Pd ha raccolto di più, col 75,7% delle preferenze. Subito dopo è l’Isola, col 73,4%, a credere di più in Bersani, lasciando il sindaco di Firenze a quota 26,15.

Merito della forza politica di Nichi Vendola in Sardegna, che già al primo turno superò Renzi talvolta pesantemente (è il caso, per esempio del capoluogo): voti che sono andati ad alimentare quelli di Bersani, come lo stesso primo cittadino Massimo Zedda aveva consigliato di fare subito dopo il 25 novembre.

Se i dati nazionali confermano Bersani con una forbice, tuttavia, del 20% (Bersani raccoglie il 60,8%, Renzi il 39,2 con la Toscana sua unica roccaforte), in Sardegna il divario si allarga, fino a raggiungere il 46,9%.

A Cagliari, nei 17 seggi allestiti, i voti complessivi sono stati 8829: pro Bersani il 71,7%, pro Renzi il 28,3.

Meno elettori al voto al ballottaggio, in Italia come in Sardegna: qui, al primo turno, si erano recati alle urne 75 mila persone, ora 12 mila sono rimasti a casa.

Il segretario Pd ringrazia i votanti, abbraccia simbolicamente quello che per due mesi è stato suo avversario in campo e affida a Twitter il suo annuncio: “Ora pensiamo tutti insieme all’Italia”. Anche Renzi, tecnologico, interviene sul social network: “Era giusto provarci, è stato bello farlo insieme”. Ma poi, un po’ scherzando e un po’ no, cita un commento: “Finalmente Renzi ha fatto qualcosa di sinistra, ha perso”.

E il segretario regionale Pd Silvio Lai lascia il suo commento post-scrutini a Facebook: “L'ottimo risultato della Sardegna, che vota in maniera netta, consegna a Bersani la guida del  centrosinistra alle prossime elezioni politiche e una responsabilità forte per la ripresa dell'isola e delle parti più deboli del Paese. Sono certo che Bersani confermerà la forte richiesta di innovazione che viene dai cittadini, che l'hanno espressa con la partecipazione”.