La città dei bambini in via di estinzione. L’8 per cento in meno negli ultimi dieci anni. Dati drammatici che fanno la fotografia di un capoluogo di vecchi: dove gli over 65 sono il quadruplo dei bimbi sotto i dieci anni. E tutto per una politica miope che ha portato il prezzo del mattone alle stelle. Costringendo all’emigrazione le giovani coppie cagliaritane che fanno nascere i figli nell’hinterland cagliaritano, prima, Quartu, Selargius o Monserrato, oggi Sinnai, Uta o Capoterra. Il risultato è una città a misura di anziano, costretta a spendere per l’assistenza e dove il bimbo è relegato a ruolo di comprimario.
Sono oltre mille i cagliaritani che ogni anno fanno i bagagli e si trasferiscono. A lasciare la città sono quasi tutti giovani tra i 25 e 35 anni, in cerca di un tetto a cifre accessibili. Un’emorragia che almeno dal 2001 non ha avuto sosta. E ad arginare l’esodo di massa e il crollo del numero di bimbi ci pensano gli extracomunitari: filippini, senegalesi e cinesi in testa.
L’ultimo annuario statistico cittadino parla di 10 mila 171 bimbi in città nel 2011, contro i 38 mila 84 ultrasessantenni. E il fatto che i rioni a più alta percentuale di bimbi siano i rione di nuova espansione edilizia (Barracca Manna, Is Campus, Monreale e Medau su Cramu) conferma il trend. Mentre i quartieri più “poveri” di under 10 sono La Vega, Monte Mixi, Cep e Quartiere Europeo.
A contenere l’emorragia il numero crescente di bambini extracomunitari. L’ultimo argine a un esodo di massa (mille abitanti l’anno dal 2001) che appare inarrestabile.
È sufficiente leggere l’annuario statistico comunale per rendersene conto: dai dati emerge una tendenza chiarissima alla fuga dalla città. Nel 2001 il capoluogo contava 168.506 residenti, l’anno dopo scesi a 165.405, quello successivo 163 mila 160 e 161 mila 945 nel 2004. E la discesa continua: 160 mila 686 nel 2005 e 159 mila 686 nel 2006 e si arriva ai 157 mila del 2009. E infine gli ultimi anni: 156 mila 863 nel 2012 e 156 mila 289 nel 2011.
Gli esperti che hanno analizzato i movimenti anagrafici, e cioè saldo naturale (nascite e morti) e saldo migratorio (iscritti e cancellati all’anagrafe), osservano come la prima componente sia costantemente negativa, mentre la seconda presenti un andamento altalenante. Questo dimostrerebbe che lo spopolamento interessi maggiormente le fasce d’età interessate dalla riproduzione. Infatti, nel 2008, rispetto ad un decremento di residenti complessivo pari a 744 unità, per la sola fascia d’età 25-49 anni si è registrata una diminuzione di 1.089 unità, contribuendo in tal modo al calo delle nascite.
Il risultato, dal punto di vista sociale, è un rapido invecchiamento della popolazione cagliaritana, con l’esigenza di disegnare la città a misura di anziano di tenere conto della maggiore concentrazione di attività commerciali e soprattutto di servizi alla persona e alle aziende, con il conseguente maggiore pendolarismo che ne consegue.