non-and-egrave-un-paese-per-bambini

 

Scusi quand’è cambiato il mondo? Anche solo vent’anni fa la Sardegna era un posto diverso. C’erano poche automobili, nessun telefono cellulare, e ipad, iphone, e pc erano parole inesistenti. Il telefono si usava poco, solo per le chiamate urgenti. La gente viveva in piccole comunità e parlava un linguaggio fatto di termini che indicavano cose, persone e oggetti conosciuti.

La vita sociale era una scala senza troppi gradini: un parroco, un medico, un insegnate e il sindaco stavano in cima. Poco più sotto tutti gli altri. Chiunque in questa scacchiera aveva un ruolo. La società guardava il mondo e il mondo nella società si rispecchiava. In questo contesto i bambini giocavano per strada e vivevano protetti. La loro infanzia si svolgeva sotto l’occhio vigile e protettivo degli adulti.

Oggi qualcosa è cambiato. Cagliari non è una città per bambini, i più piccoli continuano a nascere poco e sono quasi in via d’estinzione, iperprotetti, sempre attaccati al cellulare con mammà, vivono senza staccarsi dal cordone ombelicale e mai provano un vero distacco. Coccolati spesso troppo, rischiano di diventare degli adulti mancati. In questo speciale di Cagliaripad proviamo a raccontare qualcosa di loro.