Si sentiva braccato per l'attività che la polizia stava svolgendo con perquisizioni e controlli nei confronti di persone a lui vicine.
Sono queste le ragioni che hanno spinto Antonello Mesina, 24 anni, nipote del più noto Graziano – la madre dell'arrestato è la sorella della moglie di Grazianeddu – a costituirsi nella tarda mattinata di oggi ad Orgosolo, in Barbagia. Secondo quanto emerso dalle indagini, il giovane teneva costantemente i contatti con un altro dei capi del gruppo criminale, Giovanni Olianas, ex vice sindaco di Villanova Strisaili, arrestato nel 2016.
Il 24enne si sarebbe occupato di recuperare armi e mezzi usati poi nei colpi, ma avrebbe anche partecipato attivamente all'organizzazione degli assalti. Dalle intercettazioni emerge che aveva la disponibilità di kalashnikov, fucili e pistole, armi che non sono state poi recuperate. Le indagini proseguono per individuare il luogo esatto in cui si nascondeva, pare all'interno della foresta di Montes, e identificare le persone che lo hanno aiutato nel lungo periodo di latitanza.
Si è consegnato alla polizia in una strada di Orgosolo: felpa, giubbotto, jeans e un borsone con altri effetti personali. E' finita così la latitanza di Antonello Mesina, 24 anni, nipote della primula rossa del banditismo sardo Graziano Mesina. Nei confronti del giovane a marzo del 2016 era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare per partecipazione in associazione a delinquere, detenzione di armi e reati contro il patrimonio. Sarebbe stato uno dei vertici del gruppo criminale – 23 indagati complessivamente – sgominato dalla polizia, responsabile di rapine e tentate rapine a furgoni portavalori. In particolare gli investigatori delle Mobili di Cagliari e Nuoro, coordinate rispettivamente da Marco Basile e Paolo Guiso, hanno accertato il suo coinvolgimento nell'assalto fallito a Barbusi, in provincia di Carbonia, nel dicembre del 2015. In quell'occasione furono sequestrati gli operai di una cava, legati e immobilizzati, e i malviventi portarono via un escavatore e un furgone poi usati per tentare di rapinare un furgone della Vigilanza Notturna. Il colpo sfumò a causa di un errore nel calcolo dei tempi del passaggio del mezzo blindato.