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Avevo promesso a me stesso di non intervenire sulla vicenda Fluorsid. Intanto perché le indagini, avviate da tempo, sono in una fase delicata e noi nutriamo assoluta fiducia sulla magistratura da sempre molto attenta ai reati ambientali. Varrebbe perciò la pena di attendere le prime valutazioni degli inquirenti.
Invece la vicenda assume contorni politicamente rilevanti che meritano, da parte di Campo Progressista Sardegna, una pubblica posizione.
 
Queste questioni richiamano scenari politico amministrativi già vissuti a livello nazionale. Per tutti vale ricordare la vicenda dell’Ilva di Taranto. Queste sono situazioni nelle quali si intrecciano aspetti di natura giudiziaria, con responsabilità burocratiche e politiche e conseguenze economiche, sociali, occupazionali di rilevo.
 
Le aree industriali di tutto il Paese e della Sardegna hanno ospitato impianti di produzioni di base, di norma particolarmente impattanti dal punto di vista ambientale e della salute. Le indagini epidemiologiche effettuate nei territori interessati non hanno avuto, sempre, le medesime conclusioni. Spesso il contrasto tra esigenze economiche e occupazionali e quelle di tutela della salute di persone e ambiente è stato risolto a favore delle prime. E poi c’è la questione del conferimento, trattamento e smaltimento dei rifiuti, in questi casi particolarmente impegnativo, anche sotto il profilo dei costi.
 
Da tempo e in più occasioni pubbliche ho richiamato l’attenzione sulle esigenze ambientali e sulle prospettive economiche delle aree umide della Sardegna da salvare e rendere eco-produttive, e che spesso sono confinanti o addirittura integrate con i siti industriali. La Regione, sotto questo profilo, è stata assente. Molte chiacchere, qualche studio affidato a qualche istituto universitario, o a qualche docente. Nulla di concreto, nessun vero progetto, e una istituzionale distrazione che dura da anni, sia sul piano dei necessari e costanti interventi di tutela, ripristino e valorizzazione delle risorse ambientali che sul fronte dello sviluppo eco-sostenibile.
 
Il tema che abbiamo davanti è delicato e difficile. L’attuale assetto della Regione non garantisce sulla qualità degli interventi necessari e sulla loro adozione tempestiva. Sarebbe necessario un coordinamento immediato tra Regione, Enti Locali e Parlamento – anche in considerazione del fatto che la Sardegna non è rappresentata nel Governo nazionale – per la definizione di un “piano organico di interventi” che affrontino i problemi paventati attorno alla vicenda FLUORSID. Ambiente e “salute di lavoratori e popolazione” ma, anche, le questioni economiche, sociali, occupazionali che potrebbero derivare e che potrebbero colpire in modo importante il settore ittico, della ristorazione e del turismo.
 
Un coordinamento in grado di fare, sull’argomento, una comunicazione istituzionale trasparente e credibile, evitando il diffondersi di ogni possibile speculazione.
Purtroppo non sono fiducioso, la Giunta Regionale è quella che è. Chiusa in se stessa. Nel Palazzo
 
Luciano Uras (ex Sel)