Slitta a domani la sentenza del processo, davanti al tribunale dei minori di Sassari, a carico di Enrico Pinna, il ragazzo di Nule – all'epoca dei fatti minorenne – accusato del duplice omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala, i due giovani assassinati in Sardegna tra il 7 e l'8 maggio del 2015.
L'udienza fissata oggi è stata riaggiornata per consentire ai giudici di decidere su alcune questioni sollevate dalla difesa. Temi dibattuti a lungo nel corso dell'udienza di questo pomeriggio, incentrati dell'uso di whatsapp fatto dall'imputato pochi minuti prima che Gianluca Monni venisse ucciso a Orune, mentre si accingeva ad andare a scuola. Per Pinna l'accusa ha chiesto vent'anni, il massimo della pena per un processo celebrato con queste modalità al tribunale dei minori.
Secondo i legali della difesa, invece, non è dimostrata la presenza di Pinna a Orune il giorno dell'omicidio di Monni, mentre sarebbe attestata quella di Stefano Masala, che secondo i riscontri delle indagini effettuate con l'ausilio dei cani molecolari era ancora vivo nel momento in cui l'auto usata per andare da Nule a Orune è stata data alle fiamme. Stando alle ultime indicazioni, l'udienza di domani dovrebbe durare solo pochi minuti, poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per emettere la sentenza.
Insieme a Enrico Pinna è accusato del duplice omicidio anche il cugino Alberto Cubeddu, di Ozieri. La Procura di Nuoro ha chiuso l'indagine a suo carico e lo indica come esecutore materiale dell'uccisione di Monni. Presto il gip dovrà decidere se rinviarlo o meno a giudizio.