I vertici sardi di Confagricoltura hanno accolto con estremo scetticismo la recente decisione della Regione di annullare ufficialmente i limiti agli spostamenti del bestiame bovino, misura introdotta per fronteggiare la diffusione della dermatite nodulare. Secondo l’associazione, l’aggiornamento normativo non risolve le criticità concrete vissute dagli allevatori.
Stefano Taras e Giambattista Monne, rispettivamente presidente e direttore regionale dell’organizzazione, hanno espresso la loro posizione in merito alla determinazione numero 1495 dello scorso 3 dicembre. Con questo atto è stata cancellata la Zona di ulteriore restrizione (Zur), ma per l’associazione si tratta di una variazione puramente formale.
Nello specifico, i rappresentanti di categoria hanno dichiarato: “Come Confagricoltura Sardegna non possiamo definire soddisfacente la revoca formale delle restrizioni alla movimentazione dei bovini, decisa dalla Regione nei giorni scorsi come adeguamento all’evolversi della dermatite nodulare contagiosa, poiché tale passo non modifica in alcun modo la condizione reale in cui operano le aziende zootecniche della nostra Isola”.
Il nodo del problema risiede nel fatto che la Sardegna rimane inserita nella “zona di vaccinazione II”. Tale classificazione impedisce di fatto un ritorno alla normalità per il settore. Il provvedimento, secondo i vertici dell’organizzazione agricola, “non produce effetti sostanziali, visto che l’intero territorio regionale continua a essere classificato come zona di vaccinazione II, mantenendo di fatto la Sardegna in uno stato di isolamento sanitario e commerciale”.
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