Sport Caso Folorunsho, anche Abodi e Buffon attaccano: “Va punito”

Caso Folorunsho, anche Abodi e Buffon attaccano: “Va punito”

Il ministro dello Sport interviene ad Atreju sul caso Folorunsho-Hermoso: "Comportamenti antisportivi non possono passare sotto silenzio". D’accordo anche Buffon

Crediti foto: Michael Folorunsho e AS Roma - Instagram

Duro intervento del ministro dello Sport Andrea Abodi sul tema dei comportamenti nei campi di calcio professionistici. Dal palco di Atreju, la manifestazione di Fratelli d’Italia in corso a Castel Sant’Angelo a Roma, Abodi ha criticato apertamente la mancata sanzione per i pesanti insulti rivolti dal centrocampista del Cagliari Michael Folorunsho al difensore della Roma Mario Hermoso.

Secondo il ministro, episodi di questo tipo non possono essere minimizzati o archiviati senza conseguenze. “Se un professionista in campo insulta violentemente in maniera inaccettabile la mamma di un avversario, allora il sistema non quadra” dice Abodi nelle parole riportate dall’Agi. “Non può finire a tarallucci e vino perché quello, al di là dell’educazione, è un comportamento antisportivo, è contro le regole dello sport. E abbiamo visto che molto spesso ci si nasconde un po’ dietro la burocrazia dell’interpretazione della norma”.

A suo avviso, se a fronte di certi atteggiamenti non accade nulla, il messaggio che passa è quello di una sostanziale autorizzazione a ripetere simili condotte. Il ministro ha ribadito che i professionisti, proprio per la visibilità di cui godono, devono essere un esempio. “Non ho un’ossessione bacchettona, ma ritengo che, proprio per la visibilità che hanno i giocatori, tutto questo deve determinare responsabilità e ci dev’essere anche un meccanismo sanzionatorio che faccia capire che non va bene”.

Sulla stessa linea anche Gianluigi Buffon, presente all’evento come vice capo delegazione della Nazionale italiana. “Noi come protagonisti possiamo mandare segnali migliori è indubbio, perché spesso anche io ho mandato segnali negativi quando ero in campo. È giusto applicare sanzioni severe”.

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