Province Città Metropolitana Uta, assemblea gremita sul possibile arrivo dei detenuti al 41 bis

Uta, assemblea gremita sul possibile arrivo dei detenuti al 41 bis

Amministratori, magistrati e rappresentanti istituzionali riuniti per valutare l’impatto dell’arrivo di circa 90 detenuti mafiosi nel carcere “Ettore Scalas”

Un’aula consiliare piena ieri sera ha accolto l’assemblea convocata dall’amministrazione comunale di Uta per discutere del possibile trasferimento di circa 90 di detenuti sottoposti al regime del 41 bis nel carcere “Ettore Scalas”. Un incontro affollato e carico di tensione, che ha messo al centro i timori di un territorio chiamato a gestire conseguenze delicate sul piano sociale e della sicurezza.

Il sindaco Giacomo Porcu ha aperto i lavori richiamando la necessità di affrontare insieme una questione che riguarda l’intera isola. “È inevitabile considerare i legittimi timori di infiltrazioni mafiose in un tessuto sociale fragile come quello sardo. Non è una battaglia politica, ma una battaglia per la Sardegna. Chiediamo l’apertura di un tavolo preventivo che consenta di definire misure compensative in termini di servizi e lavoro”.

A fornire un quadro ancora più critico è stata Maria Cristina Ornano, presidente del Tribunale di sorveglianza di Cagliari. Ornano ha parlato di “sovraffollamento effettivo” nelle carceri sarde, con Uta che registra circa 200 detenuti oltre la capienza. “In Veneto c’è un detenuto ogni 1377 abitanti, in Sardegna uno ogni 670” ha ribadito. Inoltre, l’arrivo di detenuti al 41 bis aggraverebbe la pressione sugli uffici di sorveglianza e sulla sanità.

Preoccupata anche la presidente della Regione, Alessandra Todde, che ha ricordato l’incontro dello scorso settembre con il ministro Nordio. “Ci era stato assicurato che nessuna misura sarebbe stata adottata senza l’accordo con la Regione. Ora sono preoccupata e chiederò immediatamente chiarimenti”.

Irene Testa, garante regionale dei detenuti, ha proposto di predisporre un documento comune da presentare al ministro, per chiedere una redistribuzione dei detenuti tra più regioni. A fare eco ai timori del territorio è stato l’ex vice questore Antonello Caria, che ha ricordato come recenti assalti ai portavalori con “tecniche paramilitari tipiche di gruppi pugliesi” testimonino che fenomeni di infiltrazione siano già in atto. “Non si può chiedere al territorio ulteriori sacrifici senza un sostegno adeguato”, ha ammonito.

All’assemblea hanno preso parte numerosi rappresentanti istituzionali, tra cui il vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe Frau, il sindaco della Città metropolitana di Cagliari Massimo Zedda, il presidente dell’Ordine degli avvocati Matteo Pinna, parlamentari, amministratori locali e forze dell’ordine.

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