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Legge fine vita impugnata, il Pd non ci sta: “Atto grave, oltre il conflitto istituzionale”

"Il Governo trasforma una questione di umanità in terreno di propaganda", ha aggiunto Silvio Lai, segretario regionale del Partito Democratico

La decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge regionale sarda sul fine vita ha scatenato una dura reazione nel Partito Democratico della Sardegna. In una nota diffusa, il PD nel nome di Slvio Lai, ha criticato aspramente l’azione del Governo Meloni, definendola un gesto che travalica il mero conflitto istituzionale.

La posizione del Partito Democratico è netta: “La decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge sul fine vita approvata dal Consiglio regionale della Sardegna è un atto grave, che va oltre il conflitto istituzionale. È come se il Governo Meloni pretendesse di decidere come ciascuno di noi debba vivere e morire, negando alle persone il diritto fondamentale all’autodeterminazione e alla dignità negli ultimi momenti della propria vita”.

Secondo il PD sardo, la legge approvata nasce da un “percorso serio, condiviso, rispettoso delle sentenze della Corte costituzionale e delle linee già tracciate in diverse regioni”. I democratici sottolineano come l’atto regionale non sia un’invasione di campo: “Non si sostituisce allo Stato, non crea nuovi diritti, ma garantisce procedure e tutele per evitare che cittadini e famiglie soffrano nell’abbandono istituzionale”.

Il Partito Democratico accusa il Governo nazionale di strumentalizzazione: “Il Governo sceglie invece la strada dello scontro ideologico, trasformando una questione di umanità in un terreno di propaganda. È un errore politico e morale”.

In chiusura, il PD della Sardegna ha promesso battaglia per difendere sia la normativa che l’autonomia regionale: “Come Partito Democratico della Sardegna difenderemo in ogni sede il principio che la vita e la morte non possono essere oggetto di imposizione da parte di un esecutivo che rifiuta di affrontare il tema a livello nazionale. Difenderemo la Sardegna, la sua autonomia legislativa e, soprattutto, la libertà delle persone. La dignità non si impugna. Si tutela”.

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