Implementare le misure di sicurezza non basta, c’è bisogno di un’azione educativa forte. Questa è la risposta del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in seguito ai fatti della Marina a Cagliari, dove è stato accoltellato un 15enne.
“Un gesto così estremo, consumato tra coetanei, non può essere letto come un fatto isolato: rappresenta il segnale di un disagio profondo, alimentato da solitudini, mancanza di riferimenti educativi e fragilità sociali diffuse” scrive il coordinamento in un comunicato.
Si mette, dunque, in risalto il ruolo che deve avere la scuola, il luogo in cui per antonomasia si formano i cittadini di domani: “ed è lì che occorre investire con convinzione e continuità”.
“La città di Cagliari non ha bisogno di zone interdette o barriere simboliche, ma di scuole vive, aperte e inclusive, capaci di rigenerare la comunità attraverso la cultura, il dialogo e la solidarietà – conclude il Coordinamento nella sua nota – È da qui che può nascere una risposta duratura alla violenza: dall’educazione come cura, dalla conoscenza come libertà, dalla scuola come luogo di rinascita civile”.
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