Un’espressione culturale è stata trasformata in una “corsa clandestina” di cavalli. Il Comune di Orani ha deciso di difendersi pubblicamente dopo che la notizia degli 8 ragazzi che sono stati denunciati per aver partecipato ad una corsa a cavallo non autorizzata in paese.
Una notizia che ha fatto rapidamente il giro del web e non solo, arrivando persino a qualche testata nazionale. Dopo alcune ore però il Comune ha voluto rompere il silenzio e spiegare quella che, in realtà, è una delle sue più antiche tradizioni.
“Abbiamo atteso qualche ora prima di esprimerci pubblicamente e riteniamo necessario dire che siamo sinceramente sorpresi e amareggiati nel vedere oggi il nome di Orani campeggiare sulle prime pagine dei giornali. Non per un premio letterario, non per una mostra internazionale, non per una nuova eccellenza artigiana, ma per un episodio che, con tutto il rispetto, ci pare di modesto rilievo rispetto alla storia e all’identità culturale del nostro paese” si legge in un comunicato pubblicato sui profili social del Comune.
“A tal proposito, ci preme chiarire che non si è trattato di “corse clandestine”, ma di vardias che non sono gare d’azzardo, ma espressioni di abilità, coraggio e senso di appartenenza, tramandate da generazioni e celebrate in molte feste tradizionali dell’isola – prosegue il Comune di Orani – Così come si tramanda l’amore e il rispetto per i propri cavalli che non sono “mezzi” ma compagni di vita, curati con dedizione e affetto e parte integrante della nostra identità”.
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