La Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Carla Puligheddu, ha avanzato una proposta strategica per affrontare il crescente disagio giovanile in Sardegna, che si manifesta con fenomeni di violenza sempre più preoccupanti, in particolare a Cagliari.
La soluzione proposta è: “Una proposta multi-livello che combini sicurezza, rigenerazione sociale, prevenzione sanitaria, supporto genitoriale”.
Dall’analisi della Garante emerge una stretta correlazione tra le difficoltà dei giovani e i problemi legati allo spaccio e all’abuso di alcolici. Per fronteggiare questa situazione con urgenza, è indispensabile individuare un metodo unico e sinergico in grado di arginare tali fenomeni.
Lo studio condotto da Puligheddu, che prende in esame il “caso Cagliari” alla luce dei recenti episodi di cronaca, evidenzia che, sebbene le azioni di contrasto siano presenti, il sistema presenta dei “buchi neri”. Questi sono dovuti principalmente alla mancanza di coordinamento, a tempistiche d’intervento troppo lente e alla natura isolata e non strategica delle misure adottate.
Secondo la Garante, non è sufficiente agire in modo autonomo, ma è fondamentale un’azione congiunta e una responsabilità condivisa da parte di tutti gli attori coinvolti.
Carla Puligheddu lancia un appello affinché le misure repressive e di emergenza non siano le uniche soluzioni adottate. Esse devono essere proporzionate e affiancate dall’efficientamento dei servizi sanitari, insieme a interventi di tipo educativo, formativo e preventivo.
Questa situazione si traduce in ritardi inaccettabili nelle diagnosi, compromettendo l’individuazione precoce di disturbi come l’autismo o la depressione. Tali patologie, come sottolinea Puligheddu, sono spesso connesse al fenomeno del ritiro sociale volontario (Hikikomori) e agli atti di violenza.
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