La Sardegna sta affrontando una grave crisi idrica, le cui conseguenze si manifestano in modo particolare nelle regioni meridionali e nel Sulcis, ma la carenza idrica è diffusa in quasi tutta l’Isola, con le sole eccezioni dell’Ogliastra, di parte del Nuorese e della Gallura.
L’ultimo bollettino emesso dall’Autorità di Bacino ha messo in luce una situazione preoccupante: gli invasi sardi contengono appena il 39,2% della capacità autorizzata, pari a 716,23 milioni di metri cubi su un totale di 1.824 milioni di metri cubi.
Questo dato è emblematico del deterioramento della situazione: nello stesso mese di settembre, dieci anni fa, le dighe sarde trattenevano il 58% della risorsa, e anche cinque anni fa, nel 2020, il livello era significativamente più alto, al 61%.
Il report evidenzia che il bacino dell’Alto Cixerri e alcune aree del Sulcis si trovano in una condizione di vera e propria emergenza o, nel migliore dei casi, di elevato pericolo. In questo contesto di restrizioni già attive sull’uso dell’acqua, la Coldiretti di Cagliari ha rinnovato l’appello e l’allerta.
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