Lotta alla mala movida nel capoluogo sardo. La Giunta guidata da Massimo Zedda ha approvato la bozza di un protocollo d’intesa promosso dalla Prefettura di Cagliari per innalzare i livelli di sicurezza nei locali notturni e nelle aree della movida, troppo spesso teatro di episodi di violenza e illegalità.
Il documento, ancora in fase di definizione e da condividere con le associazioni di categoria, introduce una serie di misure che i titolari di locali e discoteche potranno decidere se sottoscrivere. Fra le novità più discusse spicca l’idea di un timbro lavabile da apporre su una parte ben visibile del corpo dei minorenni ai quali viene negata la somministrazione di alcolici o l’accesso alle slot machine. L’obiettivo dichiarato è evitare che i ragazzi, respinti da un esercente rispettoso delle regole, tentino altrove. Già da oggi si lavora per limare il provvedimento con i rappresentanti delle categorie coinvolte.
Il protocollo prevede inoltre l’individuazione di un referente per la sicurezza da comunicare a Questura e Prefettura, l’installazione di sistemi di videosorveglianza a copertura delle aree di accesso e di sosta, nonché l’impiego di almeno due vigilantes nei locali, con numero crescente in base alla capienza. Le guardie dovranno essere dotate di cartellino identificativo e almeno una di loro formata per il primo soccorso.
Per le discoteche sono previste misure aggiuntive: metal detector palmari all’ingresso, telecamere anche nei parcheggi, nelle aree fumatori e nelle zone bar, oltre a postazioni gratuite per il rilevamento del tasso alcolemico all’uscita.
Non mancano anche premialità per gli esercenti virtuosi. L’adesione al protocollo potrà infatti essere considerata dal Questore in caso di contestazioni o sanzioni, riducendo il peso delle eventuali misure previste dal testo unico di pubblica sicurezza.
“Serve equilibrio – ha commentato Emanuele Frongia, presidente Fipe Confcommercio – non si possono equiparare le responsabilità di chi gestisce una discoteca a quelle di un bar di quartiere. La sicurezza è un obiettivo condiviso, ma senza penalizzare chi già rispetta le regole”.
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