La gestione dei rifiuti in Sardegna è sempre più problematica. Questa volta la denuncia non arriva tramite fotografie dei bordi delle strade, in cui si ritrovano spesso buste della spazzatura e non solo, ma dalla Fit Cisl.
“I problemi, comuni a tutto il territorio regionale, non si risolvono con interventi tampone o appelli generici al senso civico, ma solo con scelte strutturali e coraggiose” scrive il sindacato in una nota.
Poi arriva anche la proposta: “La chiave è una sola: l’istituzione e la piena operatività degli Ambiti Territoriali Ottimali (Ato). È questa la condizione imprescindibile per passare da un sistema caotico e frammentato a un modello moderno, efficiente e sostenibile”.
Secondo la sigla, senza pianificazione non ci può essere efficienza e nemmeno qualità, un fatto che inevitabilmente porta ad avere delle “microdiscariche diffuse“.
“Oggi – denuncia la Fit – ogni Comune gestisce il servizio in modo autonomo, con modelli differenti, impianti spesso insufficienti e nessun coordinamento centrale. Il risultato è che i cittadini pagano tariffe elevate per servizi che non garantiscono standard adeguati, i lavoratori operano in condizioni difficili e l’ambiente è sempre più compromesso”.
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