Il West Nile Virus, malattia virale trasmessa dalle zanzare, sta colpendo con forza l’Italia. Secondo quanto riportato dal Bollettino ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità, nel Paese si contano circa 150 casi confermati, di cui unq quarantina con gravi manifestazioni neuro-invasive e 14 decessi accertati.
L’ultima vittima, un’anziana di 83 anni di Pontinia, è morta oggi all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Era stata ricoverata lo scorso 24 luglio in condizioni critiche e nonostante le cure, è deceduta in terapia intensiva. Si tratta del sesto decesso accertato per West Nile Virus nella sola regione Lazio.
Il numero reale dei contagi, secondo gli esperti, potrebbe essere molto più elevato. Questo perché, in circa l’80% dei casi, l’infezione decorre in maniera asintomatica, sfuggendo così al monitoraggio sanitario. Le regioni attualmente più colpite risultano essere Lazio, Campania, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Tuttavia, il virus è stato tracciato anche in Piemonte, Puglia e Sardegna, dove l’allerta si è ormai accesa.
La trasmissione del virus avviene attraverso la puntura della zanzara comune, appartenente al genere Culex, che si sviluppa facilmente in ambienti umidi, vicino a corsi d’acqua stagnanti o zone irrigue. L’estate particolarmente calda ha favorito la proliferazione di questi insetti, rendendo più concreto il rischio di infezione.
In Sardegna, è allarme a Serramanna dove la conferma della presenza del virus è arrivata dopo il ritrovamento di un volatile infetto nelle campagne circostanti. Il Comune ha diffuso un avviso urgente alla popolazione, invitando alla prudenza, pur evitando allarmismi.
Anche nell’Oristanese la preoccupazione è crescente, tanto che si sta lavorando a un piano straordinario di contrasto. In un vertice con sindaci, forze dell’ordine, Asl e associazioni di categoria è stata ribadita la necessità di potenziare le risorse disponibili. Attualmente, nell’area sono operativi 26 disinfestatori, ma secondo l’amministratore straordinario della Provincia, Battistino Ghisu, ne servirebbero almeno dieci in più. Ghisu ha anche evidenziato l’urgenza di un maggiore supporto economico e di un coordinamento operativo da parte della Regione.
Si valuta inoltre l’avvio di una campagna sperimentale antilarvale e l’ipotesi di istituire una sorta di cordone sanitario intorno alle risaie, considerate aree a elevato rischio per la diffusione del virus.
Nel frattempo, per supportare la diagnosi precoce, è stato introdotto il primo test rapido per il West Nile Virus, sviluppato dalla società Screen Italia. Il dispositivo, denominato Subito CheckUp Test West Nile, è in grado di rilevare in pochi minuti la presenza di anticorpi IgM e IgG specifici, rendendo possibile un’identificazione tempestiva del contagio.
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