L’agricoltura sarda non può più aspettare. Questo è il grido d’allarme che è stato lanciato dall’assemblea della Coldiretti Oristano a cui hanno preso parte anche istituzioni, consiglieri regionali e amministratori locali.
“Spogliatevi dai colori politici, perché l’agricoltura non ha bandiere. È un settore in grande difficoltà e chiede interventi precisi e urgenti” hanno affermato con forza i portavoce della Coldiretti.
“Abbiamo un settore trainante – aggiunge il presidente provinciale Paolo Corrias – con un fatturato importante, ma che si regge soprattutto grazie alla resilienza delle aziende, non certo per i sostegni ricevuti. Abbiamo risultati positivi in alcune filiere, ma non basta: i problemi da affrontare sono ancora tanti”.
I temi affrontati sono tanti: questione idrica, la fauna selvatica, la pesca e la burocrazia. Secondo i rappresentanti c’è bisogno di una politica più attenta e concreta. Lodi invece per la gestione dell’acqua, che grazie al lavoro del Consorzio di Bonifica e alla sinergia con Coldiretti ha portato a un calo del 57% dei costi per le aziende agricole, eliminando sprechi e razionamenti.
Tra le richieste c’è anche la riforma dell’assessorato e degli enti agricoli: “Il problema riforme è ancora più profondo e riguarda una macchina amministrativa regionale incapace di stare al passo ancora oggi con le necessità delle aziende – rimarcano Battista Cualbu e Luca Saba – la riforma degli enti agricoli e dell’assessorato all’Agricoltura è diventata una priorità non più rinviabile”.
“Abbiamo bisogno di un assessorato che funzioni davvero, con dirigenti e funzionari preparati, che conoscano i problemi del settore e sappiano affrontarli con competenza e tempestività – sottolineano – agricoltura e turismo non possono essere solo slogan da campagna elettorale: devono essere realmente sostenuti ogni giorno con atti concreti e una pubblica amministrazione capace di rispondere alle reali esigenze delle aziende”.
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