Colonne arrugginite, vetrate distrutte, lavatrici mai usate e pannelli solari mai collegati. Il Corriere della Sera pubblica oggi un’inchiesta esclusiva che mostra in dettaglio lo stato attuale dell’ex Arsenale di La Maddalena, l’opera simbolo del G8 del 2009 mai tenutosi sull’isola sarda e costata oltre 629 milioni di euro di denaro pubblico.
Le immagini raccolte raccontano un decadimento drammatico: tra le Arcate dell’Arsenale la ruggine ha divorato le strutture metalliche, mentre gommoni abbandonati, bidoni dell’immondizia, cristalli infranti e asciugatrici e lavatrici inutilizzate giacciono tra le rovine di un progetto mai entrato in funzione.
Sulle banchine progettate per accogliere yacht di lusso, la vegetazione ha preso il sopravvento, inglobando prese d’acqua, illuminazione a led e strutture tecniche. Pannelli fotovoltaici, che avrebbero dovuto alimentare l’intero complesso, sono stati irrimediabilmente danneggiati dal sole e dall’abbandono, senza mai generare un solo watt di energia.
Sparsi ovunque, bottiglie d’acqua imbottigliate nel 2009, resti di imbarcazioni, come l’ex glorioso Mascalzone Latino, abbandonato su un molo e ridotto a carcassa, tra muschio, guano di gabbiani e materiale organico in decomposizione.
Il sito, pensato inizialmente per ospitare il G8 del 2009, fu poi abbandonato quando il vertice fu trasferito a L’Aquila dopo il terremoto. Da allora, la struttura è diventata simbolo di uno dei peggiori sprechi nella storia recente, con progetti di rilancio mai realmente concretizzati, inchieste giudiziarie e milioni di euro bruciati.
Il complesso resta in balia del tempo e dell’incuria, tra promesse politiche disattese e sguardi attoniti dei pochi che ancora si affacciano sul lungomare dell’isola sarda.
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