Non c’è solo la piaga dei piromani ad alimentare i terribili incendi che ogni estate devastano la Sardegna. A volte sono delle negligenze a scatenare l’inferno. Questa settimana il Corpo Forestale ha annunciato di essere riuscito a individuare 9 responsabili dei recenti roghi che hanno falcidiato il territorio tra maggio e giugno, ma non tutti sono dei “mostri”.
Pensiamo ad esempio a quanto accaduto ad Arbus, Ballao e Villasor, dove sono divampati degli incendi causati da macchine operatrici agricole in fase di lavorazione. “Questi eventi, purtroppo frequenti, sono spesso dovuti a mancata manutenzione, surriscaldamento dei mezzi, o contatto con pietre di organi meccanici ferrosi che genera scintille” spiega la Forestale. Ogni mezzo agricolo, infatti, deve essere dotato di estintore portatile o di un serbatoio d’acqua, ma spesso questo non avviene.
Ecco quindi che dalla scintilla partita da una pietra o da una perdita di liquidi bollenti può scatenarsi un incendio, che nell’attesa dell’intervento dei soccorsi, sempre celeri ma non istantanei, può avere già preso dimensioni incontrollabili. Bastano infatti pochi secondi per ingigantire un rogo.
Paura anche a Pula, dove si è rischiato di incenerire la Pineta di Santa Margherita per un principio d’incendio provocato da collegamenti elettrici improvvisati, realizzati con quadri volanti non conformi. “Il surriscaldamento del sistema ha generato scintille che hanno innescato le fiamme” raccontano i forestali nel report.
Ma il caso più assurdo è accaduto tra Elmas e Assemini, dove a scatenare il rogo è stata una cornacchia. Le indagini infatti hanno accertato l’origine dell’incendio dalla folgorazione del volatile, entrato in contatto con gli isolatori di un palo della rete elettrica. “Il corpo dell’animale, incendiatosi a seguito della scarica elettrica, è caduto su vegetazione secca, innescando le fiamme”.
Colpa della povera cornacchia? Macché. “Il palo interessato risulta privo di dissuasori per l’avifauna, dispositivi impiegati in conformità alle buone pratiche dei gestori delle reti, per prevenire contatti accidentali con elementi in tensione”. Anche qui, dunque, una negligenza è costata la vita a un animale e poteva costare caro anche a qualche persona, oltre a devastare il territorio.
Morale della favola: va bene la condanna dei piromani, ma tutti siamo responsabili della nostra terra. Prestare massima attenzione alla sicurezza e non sottovalutare nulla è fondamentale. Perché la piaga degli incendi non si combatte solo con la caccia al “mostro”, ma inizia dal comportamento responsabile di tutti.
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