Notizie Lavoro Porto Canale, Cgil: “Servono investimenti pubblici per attirare gli investitori”

Porto Canale, Cgil: “Servono investimenti pubblici per attirare gli investitori”

Il sindacato è soddisfatto dell'incontro di ieri con le autorità sulla vertenza Porto Canale, ma la vocazione dello scalo non deve cambiare

Contrarietà al cambio di destinazione d’uso e richiamo soprattutto alla Regione per un impegno sul rilancio dell’attività di transhipment. Questa la posizione espressa dalla Cgil ieri durante il tavolo sulla vertenza del Porto Canale, a cui hanno partecipato i rappresentanti della Giunta Todde, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il presidente dell’Autorità Portuale Massimo Deiana, la presidente del Cacip Barbana Porru e i sindacati.

No allo spezzettamento della banchina, sì a una strategia unitaria che favorisca l’attrazione di investimenti e operatori di rilievo internazionale” ha ribadito la Cgil insieme alla Camera del Lavoro Metropolitana e alla Filt Cagliari.

“Questa delicata fase – prosegue la Cgil – deve essere accompagnata da investimenti pubblici sulle infrastrutture per rendere il porto più attrattivo, da misure utili a generare nuova occupazione oltre che a stabilizzare tutti i lavoratori e le lavoratrici della Kalport”.

Su questo punto c’è la disponibilità manifestata dagli assessori a costruire un percorso condiviso, a partire dalla definizione di un nuovo catalogo formativo. Sui percorsi formativi e di stabilizzazione il sindacato chiederà un incontro all’assessorato del Lavoro.

Secondo la Cgil, la Regione e gli enti coinvolti devono sottoscrivere accordi con le aziende che utilizzeranno l’infrastruttura pubblica porto canale e le aree adiacenti, a tutela dei lavoratori coinvolti, in modo che si applichino contratti collettivi nazionali adeguati alle tipologie di lavoro che si svilupperanno.

Nei prossimi giorni verranno convocati specifici tavoli tecnici, “per definire un piano di sviluppo coerente, evitando contrapposizioni tra le diverse progettualità e valorizzando le opportunità offerte dalla zona franca doganale e dalla zona economica speciale”.

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