In Evidenza Paolo Fresu affossa il Concertone del Primo Maggio: “Una ecatombe”

Paolo Fresu affossa il Concertone del Primo Maggio: “Una ecatombe”

L'artista sardo sottolinea come il celebre Concertone di Roma dia sempre meno spazio al tema del lavoro per cui è nato e sempre di più alla filosofia da festival musicale

(Foto credit: Time In Jazz)

Ogni primo maggio, gli occhi dell’Italia sono rivolti a piazza San Giovanni a Roma dove si tiene l’ormai canonico e celebre “Concertone del Primo Maggio“. Un evento che sembra essersi svuotato di senso, così come fa notare in un post social l’artista sardo Paolo Fresu. Non mancando alcune, dovute, critiche alla deriva che la manifestazione ha via via preso negli anni.

“Quanto è durato il #concertone del Primo Maggio Roma? Di certo troppo ma, al di là di questo, mi chiedo come può essere che, in un evento dedicato al lavoro (perché il primo maggio resta la festa dei lavoratori come il 25 aprile resta la festa della liberazione) si sia parlato per poco meno di un minuto della precaria condizione dei lavoratori dello spettacolo“.

Fresu ricorda che durante la pandemia lanciò la petizione “#velesuoniamo” che raccolse la bellezza di 62478 firme per sottolineare e supportare la condizione di tanti professionisti dello spettacolo con politiche degne di tanti altri paesi europei.

“Speravamo che la pandemia potesse servire, tra le centinaia di migliaia di morti, perlomeno a sollecitare una riflessione anche su questo tema ma questa è stata fievole e passeggera e, soprattutto, non ha prodotto alcun risultato se non qualche indignitosa mancia. Allora provavamo a suonarle agli altri. Ieri, tristemente, al Concertone se le sono cantate e suonate da soli. Non è più una moria, è una ecatombe“.

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