Il forte ritorno mediatico della riapertura del caso di Manuela Murgia porta con sé anche una scia di polemiche sulla famiglia della ragazza scomparsa nel 1995. Sulla pagina social “Giustizia per Manuela Murgia”, sono apparsi commenti negativi sull’atteggiamento dei familiari che nell’ultimo periodo hanno voluto alzare i toni per spingere nuovi testimoni a parlare.
“Da un paio di mesi c’è uno smodato attivismo da parte dei familiari, dov’erano gli altri 29 anni e 9 mesi?” si legge in un commento. “Queste continue accuse sono proprio di cattivo gusto” scrive un altro in merito ai recenti post in cui la famiglia Murgia lasciava intendere di avere già delle piste importanti.
“Sappiamo molto più di quanto abbiamo scelto di rendere pubblico” replicano i familiari di Manuela agli attacchi social. “Condividiamo solo ciò che serve per aggiornare chi ci ha sempre sostenuto, chi dopo anni ha trovato il coraggio di parlare e chi ancora sta cercando la forza per farlo. Non abbiamo mai urlato, non ci siamo mai avvalsi della stampa: abbiamo sempre scelto la via della verità”.
“Il caso è stato riaperto ben due volte, senza che nessuno – stampa compresa – ne sapesse nulla. Questo perché abbiamo preferito il silenzio, e da questo silenzio abbiamo ottenuto zero. Non sapevamo nemmeno con precisione di cosa fosse morta Manu”.
“Di cattivo gusto, invece, ci sono diversi aspetti” incalzano i Murgia. “Avere dato un profilo completamente distorto della vittima, lontano dalla vera essenza di Manuela; aver descritto nel 1995 un’immagine di lei altalenante, ma comunque distante da qualsiasi istinto suicida, e aver cambiato radicalmente versione negli anni successivi; aver tentato di imporre il silenzio alla famiglia con minacce, vessazioni, ingiurie e calunnie; creare profili evidentemente falsi per lasciare commenti ridicoli; pubblicare post pubblici, chiaramente pilotati da chi ha molto da nascondere”.
“Non abbiamo mai accusato nessuno: i post sono pubblici, e quando sono stati fatti nomi, sono stati prontamente cancellati, richiamando chi aveva commentato e, talvolta, bannando”. I Murgia precisano: “Crediamo negli inquirenti e non abbiamo alcuna intenzione di sostituirci a loro. Le immagini utilizzate sono create con l’intelligenza artificiale: se questo post ha colpito qualcuno, forse è perché tocca corde che riguardano la propria coscienza”.
E concludono: “Non siamo interessati a trovare un colpevole qualsiasi, ma i veri colpevoli. Non vogliamo vendetta, ma giustizia. Ogni nostra azione ha uno scopo ben preciso: la ricerca della verità. Dopo 30 anni, non è certo semplice, ma continueremo a lottare per ottenere giustizia”.
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