Il 25 aprile si festeggia la liberazione del territorio italiano dall’occupazione nazifascista e la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il 25 aprile 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale guidato da Sandro Pertini, Luigi Longo e Ferruccio Parri diede il via all’insurrezione generale che portò alla definitiva riconquista del territorio italiano e la cacciata dell’invasore. Oggi festeggiamo l’80esimo anniversario dallo storico evento che diede origine alla Repubblica.
La Sardegna, seppur non direttamente coinvolta negli scontri che si concentrarono prevalentemente lungo lo stivale italiano, diede un’importante contributo alla Resistenza partigiana che, unita all’aiuto delle truppe alleate, portò alla definitiva cacciata dei tedeschi dal suolo italiano e la caduta del regime fascista.
Molti giovani sardi, spesso militari che si trovarono al nord al momento dell’armistizio dell’8 settembre 1943, scelsero di unirsi alle nascenti formazioni partigiane piuttosto che aderire alla Repubblica Sociale Italiana o essere deportati in Germania. I partigiani sardi furono sparsi in diverse brigate e divisioni partigiane operanti in varie regioni d’Italia, come il Piemonte, la Liguria, l’Emilia-Romagna e il Veneto.
La scelta di unirsi alla Resistenza fu spesso dettata da un rifiuto del fascismo, dalla volontà di liberare l’Italia dall’occupazione nazista e dal desiderio di giustizia e libertà. Le ricerche storiche hanno portato alla luce le storie di numerosi partigiani sardi che si distinsero per il loro coraggio e il loro contributo alla lotta di liberazione.
È importante notare che la Brigata Sassari era un’unità dell’esercito italiano formatasi durante la Prima Guerra Mondiale e continuò ad esistere anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Alcuni suoi membri, dopo l’8 settembre 1943, parteciparono alla Resistenza, ma la Brigata in sé non fu un’organizzazione partigiana unitaria.
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