Nel carcere di Bancali a Sassari è scattato nuovamente l’allarme. Un detenuto è morto dopo aver inalato del gas, mentre due agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti negli scorsi giorni da altri prigionieri.
La denuncia di quanto successo è avvenuta per mano della Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria, che ha fatto il punto della situazione: “Sono ancora in corso gli accertamenti per capire se la causa della morte del detenuto avvenuta a Bancali con l’inalazione in cella del gas della bomboletta che legittimamente i detenuti posseggono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande sia stata deliberata o le conseguenze di uno sballo finito male, ma certo è che l’uomo è morto e questo è un fatto triste e grave”.
I maggiori problemi riguardano poi le condizioni di lavoro per gli agenti: “Lavoriamo praticamente in un cantiere, tra polvere e rumori, in conseguenza di una serie di interventi di manutenzione che creano disagi ed evidenti criticità”.
Sulla questione è intervenuto anche il segretario generale della Sappe Donato Capece: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti”.
“Si riparta – ha proseguito Capece – da questi gravi fatti caduti nel carcere di Bancali per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato”.
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