Si apre un nuovo fronte di scontro istituzionale tra Roma e Cagliari. Il Ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci, ha avviato l’iter per impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale 8 dell’11 marzo 2025, la cosiddetta “riforma sanitaria”, approvata dalla maggioranza del Campo largo che sostiene la presidente Alessandra Todde.
Al centro della contesa c’è la norma che dispone il commissariamento dei vertici di tutte le aziende sanitarie regionali, una misura pensata dalla Giunta sarda per dare un’accelerata alla riorganizzazione del sistema sanitario isolano.
Secondo l’ufficio legislativo del Ministero della Salute, però, quella legge violerebbe “i principi fondamentali in materia di tutela della salute”, di competenza statale. In particolare, viene contestata la possibilità prevista dalla norma regionale di nominare commissari straordinari senza indicare nel dettaglio i motivi ostativi alla permanenza in carica dei direttori generali, né stabilire in modo chiaro procedure e requisiti per le nomine.
Una modalità ritenuta in contrasto con la giurisprudenza consolidata. Nella richiesta di impugnazione trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri viene citata una sentenza della Cassazione che limita il potere di commissariamento delle Regioni a “esigenze di carattere straordinario” o a casi di vacanza del posto, e comunque solo “in ragione di una comprovata e giustificata impossibilità di procedere alla nomina secondo il procedimento ordinario”.
La decisione finale sulla possibile impugnazione spetterà ora al Consiglio dei Ministri, che potrebbe discutere il dossier già nei prossimi giorni. Intanto dalla Regione si osserva con attenzione l’evolversi della vicenda, mentre si profila all’orizzonte una nuova battaglia legale tra l’esecutivo Meloni e la Giunta Todde.
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