“Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. Con queste parole di Antonio Gramsci il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Piero Comandini, ha aperto i lavori delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione del nazifascismo, organizzati dal Consiglio regionale con la collaborazione dell’Anpi.
Il presidente, rivolgendosi a un’aula affollata da ragazze e ragazzi delle scuole della Sardegna, da studiosi, dai rappresentati delle Istituzioni, dell’Anpi, delle Università di Cagliari e Sassari, dell’Anppia, dell’Uaps e dell’associazione Issasco, ha ricordato i tempi difficili che stiamo vivendo con 57 conflitti aperti nel mondo e ha esortato tutti, soprattutto le giovani generazioni, a “non girarsi dall’altra parte” e a “non essere indifferenti” per riaffermare, con sempre maggior vigore, i principi della democrazia, della pace e della libertà.
“Le nuove generazioni a cui ci rivolgiamo – ha detto il presidente – che sono il motore del futuro, devono prendere coscienza del mondo che li circonda, studiando il passato per interpretare il presente ed elaborare strategie per il domani. Una esortazione, dunque, a vivere in pace, rispettando il prossimo senza fare distinzioni. Perché, ha continuato, la vita è uno dei doni più grandi che abbiamo ricevuto e nessuno ha il diritto di togliercela”.
Un percorso di coscienza e di conoscenza dei valori che i partigiani, di cui circa 4000 sardi, hanno tutelato con il loro sacrificio e la loro vita. I rappresentanti dell’Anpi hanno, poi, ricordato una parte del discorso di Piero Calamandrei, nel 1955, agli studenti di Milano: “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica”.
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