Il pareggio del Cagliari a Empoli avrebbe dovuto dare buone sensazioni. I rossoblù arrivavano in Toscana con due risultati su tre da cogliere, e l’obiettivo è stato raggiunto.
La distanza rispetto alla terzultima piazza è stata confermata: +6, punti che a 7 giornate dalla conclusione della stagione non sono pochi. Anche perché la quota salvezza si sta abbassando di settimana in settimana. Per essere sicuro, il Cagliari dovrà arrivare almeno a 35 punti.
Come spiegato dal tecnico Davide Nicola, il pareggio ha un peso importante in questo momento. La squadra non ha sofferto, non ha preso gol. Ma davanti ad un Empoli così poco arrembante, la sensazione nei tifosi è che si sia persa un’occasione per prendere l’intera posta in palio.
Sui social tantissime le critiche al tecnico e allo spirito definito “rinunciatario” della squadra.
“Allenatore incapace di motivare i propri giocatori, incapace di preparare una partita così importante per poterla vincere, sapendo che avrebbe significato una gran bella fetta di salvezza. Che schifo veramente” commenta Edoardo.
Antonello ci vede un vecchio vizio tutto rossoblù. “Andare ad Empoli per pareggiare, solito Cagliari”.
Se in diversi sottolineano la brutta partita, Alberto ci legge un altro piano. “Che schifo!! Questo non è rispetto per i tanti tifosi che si sono sobbarcati la trasferta per sostenere la squadra. Avrebbero dovuto lottare per i tre punti perché adesso arrivano: Inter, Fiorentina, Napoli”.
Paolo ritiene che “il non gioco di Nicola ormai non fa più notizia”. Segnala però che il punto è importante, come fanno anche Sergio e Ivan.
Marco ritorna sulle responsabilità del tecnico. “Partita che spero faccia capire come con Nicola sarà impossibile sperare in qualcosa che vada oltre la salvezza alla penultima giornata. Di partite ignobili ne abbiamo fatte in tanti campionati, ma così tante senza nemmeno tirare in porta in una singola stagione forse non le ricordo. Conto i giorni in cui finisca questo scempio di stagione”.
Infine Roberto ritiene che “questa partita è stata la negazione del gioco del calcio”.
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