Giorni difficili per il Partito Democratico a livello nazionale. I dem si sono spaccati al Parlamento Europeo sulla questione del riarmo e per la segretaria Elly Schlein ci sono da gestire le tensioni altissime all’interno del partito. Sulla questione ha detto la sua anche il senatore sardo Marco Meloni.
“Per il Pd spaccarsi a Strasburgo è stato sì un errore, ma rimediabile” stempera il parlamentare quartese in un articolo pubblicato su Domani. “La difesa europea è il traguardo condiviso e i diversi approcci per raggiungerlo sono meno gravi dei rischi a cui espone l’Italia il tentativo di Giorgia Meloni di conciliare la fedeltà a Trump e l’interesse europeo”.
“La politica europea ed estera – aggiunge l’ex capo della segreteria politica di Enrico Letta – rientra tra i tratti fondativi di un partito. Nel 2023 abbiamo condiviso nel Manifesto per il Nuovo Pd un punto chiaro: il rafforzamento del ruolo internazionale Ue, a partire dalla difesa e dalla politica estera. Le decisioni sulle singole questioni devono essere affrontate con trasparenza nei luoghi decisionali di cui disponiamo, coinvolgendo i circoli e i territori e trovando una sintesi nella Direzione e nei gruppi parlamentari”.
“Vanificare quanto costruito fin qui – prosegue Meloni – aprendo proprio sulla politica estera una conta, un referendum, un congresso, sarebbe un autolesionistico salto nel buio del Pd. Ci esporrebbe a divaricazioni forse insanabili. E se si rompe il Pd la conseguenza certa è che salta l’unica vera speranza di un’alternativa alla destra”.
Ore decisive dunque all’interno del partito. “Il mio è un appello accorato: ritroviamo, nei luoghi e con gli strumenti opportuni, la forza di costruire soluzioni condivise. Non farlo vorrebbe dire fare un regalo a Giorgia Meloni nel momento di sua massima fragilità. A brindare sarebbero solo lei e i nemici dell’Europa”.
Intanto in Sardegna il Partito Democratico prosegue il lavoro sulla manovra finanziaria portata avanti da un altro Meloni, Giuseppe. La legge di Bilancio da circa 10 miliardi di euro inizia proprio questa settimana l’iter nelle commissioni e la Giunta punta a un’approvazione rapida, anche se non sarà evitabile il quarto mese di esercizio provvisorio. Tutto da verificare, però, il riverbero che le questioni nazionali potrebbero avere anche sulla tenuta della maggioranza in Sardegna.
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