A fine marzo termina il mandato di Nicola Colabianchi alla guida del Teatro Lirico di Cagliari. Il sessantatreenne direttore d’orchestra, compositore, pianista e librettista abruzzese, originario di Rosciolo dei Marsi, conclude un quinquennio caratterizzato da un doppio ruolo: sovrintendente e direttore artistico, con bilanci distinti per entrambi gli incarichi. Il suo futuro potrebbe essere a Venezia, alla guida del teatro La Fenice.
Colabianchi traccia un bilancio positivo della sua esperienza: “Lascio un teatro in perfette condizioni da un punto di vista economico finanziario. Sono stati raggiunti equilibri di bilancio in tutti gli ambiti anche se non siamo entrati nella legge Bray. Siamo il teatro italiano che ha un numero di giorni di pagamento più contenuto, abbiamo acquistato 300.000 euro di strumenti e assunto 50 persone a seguito di concorsi. Il Lirico è il teatro – ricorda – che ha fatto meno giorni di cassintegrazione, ed è stato il primo a livello europeo a riaprire il sipario“.
Nonostante la partenza da Cagliari, Colabianchi coltiva un progetto ambizioso: “Da tempo lavoro a un progetto che mi sta a cuore, un’opera lirica ispirata a Gigi Riva, venuto a mancare durante il mio incarico. La stesura del libretto è sul mio pc, devo solo rifinirlo. Chissà che non si riesca a portare a termine questo progetto, non vorrei restasse nel libro dei sogni. Il futuro dell’opera è legato alle nuove produzioni, alle nuove idee, non soltanto alla rivisitazione di regie di titoli del grande repertorio operistico e la figura di Rombo di tuono, per le sue gesta calcistiche, le sue doti umane, è entrata nel mito. Un mito contemporaneo, un punto di riferimento per le nuove generazioni”.
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