La maggioranza è pronta a portare il Consiglio regionale davanti alla Corte Costituzionale per difenderlo dal possibile scioglimento. Questa la mozione che verrà discussa domani in Consiglio regionale sul caso della decadenza della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde.

Secondo i firmatari, la governatrice non è un consigliere regionale come gli altri e la sua eventuale decadenza avrebbe una conseguenza politica senza precedenti: lo scioglimento automatico dell’intero Consiglio regionale. Questa prospettiva, ritenuta “abnorme”, deve essere scongiurata affiancando la Giunta nel conflitto di attribuzioni da sollevare davanti alla Corte Costituzionale entro il 4 marzo.

Il documento ha già raccolto le firme degli esponenti della maggioranza che sostiene la presidente Todde. L’intento è di contrastare la decisione del Collegio regionale di garanzia elettorale, ritenuta un’ingerenza nella vita democratica e un’alterazione della volontà popolare espressa nelle elezioni del febbraio 2024.

Parallelamente, i legali della presidente hanno già presentato ricorso al Tribunale ordinario, con un’udienza fissata per il 20 marzo. Tuttavia, il Consiglio regionale ha deciso di rilanciare lo scontro sul piano costituzionale, sostenendo che il Collegio non avrebbe alcuna legittimità nel determinare la decadenza di Todde, in quanto il suo ruolo è diverso da quello dei consiglieri eletti.

Il cuore della mozione risiede in un punto giuridico cruciale: il presidente della Regione non è un consigliere regionale elettivo, ma un consigliere di diritto. A differenza degli altri membri del Consiglio, l’elezione del presidente avviene su base regionale e non circoscrizionale, configurando un sistema differente e autonomo rispetto a quello dei consiglieri elettivi.

Di conseguenza, secondo i promotori della mozione, la normativa regionale sulla rendicontazione delle spese elettorali del 1994 non può essere applicata al presidente della Regione nella forma di governo attuale. Il Collegio di garanzia elettorale, quindi, non avrebbe il potere di disporre la sua decadenza, in quanto la sua competenza riguarderebbe esclusivamente i consiglieri eletti direttamente dal voto consiliare.

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