(Crediti foto: Alessandra Todde - Facebook)

La presidente Alessandra Todde rincara la dose dopo l’intervento di ieri in Consiglio regionale. In un’intervista al Fatto Quotidiano, la governatrice attacca ancora il Collegio di garanzia elettorale e replica al leader della minoranza Paolo Truzzu.

“Io non sono complottista. Però l’atto suscita molte perplessità, anche perché secondo i miei legali è privo di motivazioni giuridiche” ha detto Todde. “E poi mancano e non mi sono state contestate le due condizioni per dichiarami decaduta, cioè la mancata presentazione della rendicontazione e il superamento del limite di spese elettorali. Dopodiché a decidere sulla decadenza può essere solo il Consiglio regionale. Le norme sono chiare”.

La presidente respinge i parallelismi con la premier Giorgia Meloni per quanto concerne una lotta con la magistratura. “Parliamo di casi completamente diversi. Io ho totale fiducia nei giudici, tanto è vero che porterò il mio caso in un tribunale. Ma quello a cui sono stata sottoposta non è stato un giudizio, bensì la decisione di un organo amministrativo, presa da un collegio che peraltro si è spaccato sulla decisione. Le destre invece attaccano i giudici come arma di distrazione di massa, e tengono al suo posto una ministra rinviata a giudizio”.

Poi la replica a Truzzu che ha definito la legislatura “politicamente morta” dopo le recenti tensioni nella maggioranza: “Le tensioni ci sono quando si discute di temi concreti, ma il clima reciproco è ottimo e tutti vogliono portare avanti il nostro lavoro. Detto questo, Truzzu forse vive in una realtà parallela. Ho elencato alcune delle cose che abbiamo realizzato nel primo anno di giunta: sono 25 punti, e si va dalle bonifiche della Maddalena e dall’accordo su 1,7 miliardi di fondi per la coesione e sviluppo, alla lotta alla speculazione energetica e alle 170 delibere per la sanità”.

Un passaggio anche sul termovalorizzatore di Tossilo riaperto, che ha scatenato le ire dei colleghi di partito, con il 5 Stelle che si opposero fortemente anni fa per quello di Roma. “Anche qui parliamo di casi totalmente differenti” chiarisce Todde. “A Roma il termovalorizzatore non l’hanno ancora costruito. Io invece mi sono ritrovata con un impianto che doveva riaprire nel 2016, per cui sono stati già spesi più di 40 milioni di euro. Se l’avessi fermato avrei buttato tantissimi soldi pubblici e avremmo dovuto aprire altre discariche. Ora lavoreremo a progetti alternativi come una filiera per il riciclo, ma ci vuole tempo”.

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