Il piano di dimensionamento scolastico promosso dal Ministero dell’istruzione ha fatto discutere in Sardegna, suscitando una forte risposta da parte dell’assessora Ilaria Portas.
“È un ricatto bello e buono, è l’ennesimo schiaffo alle Regioni” ha tuonato oggi l’assessora regionale dell’Istruzione a margine dell’audizione in commissione Cultura del Consiglio regionale. Per tale motivo si dice: “pronta a impugnare” il decreto.
Per comprendere al meglio la situazione è necessario tornare al 31 dicembre 2024. In tale data infatti è scaduto il termine per le Regioni per dare attuazione alla nuova stretta prevista dal Piano pluriennale nazionale di dimensionamento della rete scolastica.
Di fatto, sarebbero dovuti essere indicate ulteriori soppressioni e accorpamenti di istituzioni scolastiche, presenti nei delle Regioni, per il 2025-26.
La Sardegna, insieme a Toscana, Emilia Romagna e altre regioni come la Campania non lo hanno fatto o hanno deciso di attuare una riduzione più contenuta, inferiore ai numeri imposti dal ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara.
Con il nuovo decreto saranno introdotti dei premi da conferire alle regioni “diligenti” e al contempo sono stati dati 10 giorni ulteriori, fino al 25 gennaio, alle altre per adeguarsi.
“Il ministero ci chiedeva, per quanto riguarda quest’anno, di accorpare 9 autonomie scolastiche – riprende l’assessora Portas – In Commissione Istruzione, con le altre regioni abbiamo chiesto più volte al ministro che questi parametri fossero rivisti anche sulla base dei numeri reali. Le Regioni sanno come sono i loro territori e dovrebbero avere voce in capitolo rispetto a questo”.
“Se noi, così come le altre Regioni che hanno dimensionato solo parzialmente o per nulla, non ci adeguiamo ai numeri del ministero saremo puniti?” chiude l’esponente della giunta Todde.
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